Dopo aver preso di mira i servizi Google con la campagna “Don’t get scroogled” e messo a confronto Bing con il motore di ricerca di Mountain View, Microsoft torna all’attacco. Il bersaglio è questa volta Google Docs, protagonista di un nuovo filmato in cui la società di Redmond mette in evidenza i limiti la piattaforma concorrente, definendola poco affidabile e con strumenti non in grado di garantire risultati professionali. In altre parole, una vera e propria scommessa.
Perché correre il rischio di convertire i vostri file Office con Google Docs, quando potete usare Microsoft Office e le Microsoft Office Web Apps per creare, condividere e modificare i file di Office mantenendone intatti i contenuti? Quando volete creare e condividere le informazioni in modo accurato e convincente, assicurateli di farlo nel modo desiderato.
La metafora utilizzata è quella del gioco d’azzardo, in cui secondo Microsoft l’utente corre il rischio di lasciarsi tentare finendo con il perdere tutto. Si punta il dito contro la gestione della formattazione e degli elementi inclusi nei documenti come box, colonne, immagini, watermark, grafici, testi, spaziature e altro ancora, soprattutto per quanto riguarda i file generati con Excel e le presentazioni PowerPoint.
Nel post comparso sul blog ufficiale si pone poi l’accento sul supporto offerto dalla suite Office Web Apps a tutte le tipologie di tablet che Microsoft ha scelto di fornire, compresi quelli equipaggiati con sistema operativo Android (in arrivo nei prossimi mesi), mentre Google limita la disponibilità dei suoi strumenti dedicati alla produttività alle piattaforme Android e iOS. Non viene risparmiato nemmeno QuickOffice.
Google Quickoffice non converte i file Office in modo soddisfacente a causa del set di funzionalità estremamente limitato. Come potete vedere, l’utilizzo di Quickoffice comporta perdita di dati e di formattazione del tutto simili a quanto avviene con Google Docs.
La strategia di Microsoft è ben chiara: focalizzare l’attenzione su ciò che manca a Google Docs in termini di compatibilità e strumenti dedicati alla conversione, così come in passato si è fatto con la gestione dei dati personali in Gmail o con l’indicizzazione dei prodotti su Google Shopping. Merita però di essere riportato uno dei commenti lasciati al filmato caricato su YouTube (dall’utente Eran Samocha), quello che per il momento ha ricevuto il maggior numero di voti positivi, particolarmente curioso se si pensa che il video ha come obiettivo screditare o comunque più semplicemente prendere in giro le capacità di bigG e dei suoi servizi.
È il 2013 e Microsoft ancora non è in grado di pubblicare filmati in alta risoluzione su YouTube.