Anche Google si sta per affacciare sul sempre più popolato panorama dei servizi musicali in streaming. È quanto riportato nella tarda serata di ieri dalla redazione di The Verge, che avrebbe appreso l’indiscrezione da una fonte rimasta anonima ma ritenuta molto affidabile. L’annuncio potrebbe avvenire già nelle prossime ore, dal palco dell’evento Google I/O 2013 in programma da oggi a venerdì presso il Moscone Center di San Francisco.
Il gruppo di Mountain View ha già dimostrato di voler puntare sulla distribuzione dei contenuti multimediali attraverso il proprio store virtuale, che di recente ha introdotto la possibilità di acquistare e scaricare film, serie TV, musica e libri, ma il rumor odierno è riferito a una piattaforma simile a Spotify, dunque dedicata all’ascolto delle canzoni in streaming. Del progetto si è parlato a fine febbraio, quando in Rete sono emersi i primi dettagli in merito a una possibile partnership tra bigG e le major discografiche per ottenere i diritti necessari. Universal Music Group, Sony Music Entertainment e Warner Music Group faranno parte del progetto, mettendo sul piatto un catalogo che complessivamente supera i 20 milioni di brani. Oltre a loro ovviamente anche una miriade di etichette indipendenti, che da un accordo simile potrebbero trarre grandi vantaggi in termini di visibilità per la promozione dei propri artisti.
Ci sono anche le prime informazioni relative a come si andrà a configurare il servizio: a quanto pare interesserà sia Google Play che YouTube, anche se al momento non è ben chiaro in che modo. Un’altra fonte ha invece riferito al New York Times che potrebbe non essere offerta un’opzione per lo streaming gratuito. In altre parole, chi vorrà ascoltare la musica in streaming attraverso la nuova piattaforma sarà costretto a mettere mano al portafogli. Nessun riferimento alle cifre, che con tutta probabilità saranno allineate con quelle della concorrenza (dai 5 ai 10 euro al mese).
Non resta dunque che attendere di saperne di più tra poche ore: il Google I/O 2013 sta finalmente per prendere il via. Con una simile mossa il motore di ricerca non solo entrerebbe in competizione con nomi del calibro di Spotify, Pandora, Rdio, Deezer, Grooveshark ecc., ma anticiperebbe Apple, anch’essa impegnata in un’operazione di questo tipo che però a quanto pare è ancora lontana da un annuncio ufficiale.