I responsabili del progetto WebM, sponsorizzato da Google, si sono pronunciati nei giorni scorsi sul nuovo codec video VP9, con un post comparso sul blog ufficiale. Si apprende innanzitutto che il processo di perfezionamento è ormai quasi giunto al termine, spalancando così le porte all’avvento di una nuova tecnologia dedicata allo streaming in Rete. L’altra informazione interessante che emerge dall’intervento riguarda poi la conferma del supporto da parte di YouTube, un dettaglio di certo non di poco conto considerando che si tratta del portale di video sharing più utilizzato.
La scorsa settimana abbiamo accolto oltre 100 ospiti per un summit su VP9, il codec video “open” di prossima generazione messo a punto da WebM. Siamo stati particolarmente felici di accogliere i nostri amici di YouTube, che hanno parlato del progetto di supportare VP9 una volta disponibile per Chrome.
Google ha svelato il progetto WebM tre anni fa, in occasione dell’evento I/O 2010, con l’obiettivo di dare vita a un nuovo sistema per la trasmissione del flusso video online, aperto e disponibile per tutti senza l’obbligo di dover versare royalties per l’utilizzo. Fino ad ora il frutto del lavoro svolto è rappresentato dal codec VP8, che per l’audio si appoggia a Vorbis, capace di ritagliarsi uno spazio marginale in un panorama online quasi monopolizzato dal formato H.264. Le cose potrebbero però cambiare con l’arrivo di VP9 (codec audio Opus), con tempistiche per il debutto che saranno annunciate in via ufficiale il mese prossimo.
Concluderemo lo sviluppo del bitstream VP9 il 17 giugno, permettendo così a Chrome e Chrome OS di utilizzarlo come standard.
Un ruolo importante per il successo del progetto sarà giocato dalla questione brevetti. VP8 è stato messo alle corde da Nokia per la presunta violazione di ben 86 proprietà intellettuali e VP9 non ha ancora affrontato la questione in modo esaustivo. Solo dopo aver superato questo ostacolo il nuovo codec potrà davvero puntare a rivoluzionare lo streaming video online, ottimizzando le performance rispetto al suo predecessore con una riduzione della banda utilizzata pari a circa il 50% senza intaccare la qualità, un passo in avanti simile a quello che intercorre tra H.264 e H.265.