Cosa è la Xbox One? Potrebbe sembrare una domanda retorica, ma non lo è. E non è nemmeno provocatoria. Semplicemente, appare chiaro il fatto che, nel momento in cui Microsoft ha spostato il posizionamento del proprio brand “Xbox” ha giocoforza deviato quelli che sarebbero stati i progetti sulla nuova console.
Una cosa è certa, insomma: la Xbox One non è la classica console per videogiochi. O almeno, non è soltanto questo.
Il rischio che Microsoft corre è quello di perdere parte dei “core gamer”: se le specifiche della PS4 saranno migliori e se la prospettiva PlayStation toccherà le corde giuste, infatti, Microsoft potrebbe perdere chi cerca nella Xbox quel riferimento che è stato nell’ultimo decennio per i migliori giochi in circolazione. Sembra essere tuttavia un rischio calcolato: Microsoft ha cercato un compromesso nel quale, mentre si assicura da una parte performance tali da poter sposare giochi di altissima qualità, dall’altra estende il ruolo della Xbox a qualcosa di ben più ambizioso. Ambizioni peraltro cullate da tempo, ma un hardware vecchio di anni non poteva più reggere il carico che Redmond aveva intenzione di concentrare sulla nuova console.
La nuova generazione nasce dunque con un cambio di identità: la Xbox One non è più soltanto una console da gioco, ma si presenta come interprete unico di un nuovo paradigma. Una nuova classe di prodotto, in grado di sfidare tanto la PS4 quanto la Apple TV, tanto la Google TV quanto le tecnologie “smart” delle televisioni odierne. La console sarà infatti in grado di:
- consentire di cambiare canale sulla televisione;
- esplorare la guida televisiva;
- effettuare videochiamate con Skype;
- eseguire applicazioni;
- visualizzare DVD;
- navigare online.
Ed altro ancora, ovviamente. Tutto in uno. La console si posiziona al centro del salotto ed intende averne il pieno controllo. Poco importa, dunque, se i gamer troveranno stucchevoli eventuali limiti sui giochi usati, se non apprezzeranno la non sostituibilità dell’hard disk o se riterranno più potente la PS4: acquistare una Xbox One significa aver scelto un preciso modo di vivere il rapporto con il televisore, affidando alla console un ruolo più nobile di quello di mero strumento di gioco. Significa comprare, tutto in uno, una console, un set-top-box, un player multimediale ed una amalgama di sinergie ancora tutte da esplicare.
La Xbox One va pertanto anzitutto compresa per quel che è e per quel che non è più. Le novità “core” per i gamer arriveranno presumibilmente all’E3, ove la sfida con la PS4 sarà frontale e Microsoft non intende certo lasciar margini di recupero a Sony. La Xbox però avrà poi spazi ulteriori per dar luce alla propria presenza: contenuti video, contenuti musicali, partnership da avviare, un ecosistema intero da coltivare, un marketplace da animare e popolare. Un percorso che ancora una volta andrà giudicato sul lungo periodo. Ma se la Xbox 360 ha raggiunto un certo successo è anche perché la partenza della PS3 fu disastrosa e legata ad un primo ritardo che regalò a Microsoft una partenza senza ostacoli. Partir male, insomma, potrebbe essere pericoloso: sarà un Natale estremamente caldo su questo fronte, c’è da starne certi.