La prima applicazione per i contenuti pornografici sui Google Glass è attualmente nelle fasi conclusive dello sviluppo e potrebbe debuttare già entro la fine di questa settimana. La sta realizzando MiKandi, il noto fornitore di contenuti per solo adulti dedicati ai dispositivi basati sul sistema operativo Android.
MiKandi ha infatti confermato di esser impegnato a rendere il porno fruibile sui Google Glass, gli innovativi occhiali per la realtà aumentata attualmente disponibili solo per i developer e che arriveranno tra le mani dei consumatori entro fine anno, o nei primi mesi del 2014. Il cofondatore della società Jennifer McEwen ha, nello specifico, spiegato a ZDNet durante una recente intervista che «gli occhiali sono perfetti per le riprese video POV», ovvero quella tecnica di ripresa cinematografica apprezzata e molto sfruttata nei film solo per adulti.
Lo sviluppatore vede dunque negli occhialini di Mountain View grandi potenzialità per il porno. In effetti i Glass sono in grado di scattare fotografie e catturare video in maniera del tutto semplice, lasciando libere le mani, e nella pornografia POV (Point of View) le immagini riflettono ciò che vedono i protagonisti con i propri occhi: le inquadrature effettuate con il metodo POV sono state ideate proprio per aumentare il senso di immedesimazione dello spettatore quindi gli occhialini potrebbero essere in grado di garantire un’esperienza visiva del tutto nuova.
Secondo Lee Roy Meyers di Woodrocket, potrebbero infatti «offrire un’esperienza completamente nuova agli spettatori perché si potrebbero fare riprese mai pensate prima per i problemi di ingombro e di piazzamento della videocamera». L’ex pornostar Joanna Angel – ora imprenditrice operante nel settore a luci rosse – immagina già cosa si potrebbe fare con i Glass: «sarebbe come fare sesso al cinema mentre vedi un film. Fantastico!».
Bisognerà vedere quale sarà la reazione di Google non appena MiKandi renderà disponibile l’app per il porno sui Glass. Nel 2011, infatti, il competitor Apple ha formalmente chiesto a MiKandi di smettere di chiamare il proprio servizio “adult app store” poiché utilizzava il medesimo termine del negozio virtuale con la mela morsicata, dunque non è noto se a Mountain View intraprenderanno una qualsiasi azione per bloccare o limitare tale tipo di store o meno.