Sono le 19.00 in punto quando Tim Cook entra sul palco della ventiquattresima WWDC, anticipato da un toccante video sulla filosofia del “Designed in California”. Come ormai tradizione, il CEO apre il keynote snocciolando alcuni numeri sui successi di Apple, tra cui 6 milioni di developer in tutto il mondo, i successi dei 407 Apple Store in tutte le nazioni in cui è presente. Fra tutti spicca quello di Berlino, di cui è stato mostrato il video dell’apertura qualche settimana fa.
Si prosegue con App Store, giunto ai suoi 5 anni di attività, con 50 miliardi di applicazioni scaricate, 575 milioni di account, 10 miliardi di dollari consegnati agli sviluppatori, tre volte di più di tutte le altre piattaforme mobile insieme. Un vero successo per i developer, così come la demo di Anki mostrata direttamente sul palco.
Si passa ai Mac, con 72 milioni di esemplari in tutto il mondo e MacBook diventato il primo laptop negli Stati Uniti. Mountain Lion ha raggiiunto 28 milioni di copie. Apple ha deciso di abbandonare i nomi di felini – a Craig Federighi non pareva il caso di chiamare l’attuale release Sea Lion – per inaugurare i posti migliori della California: arriva così OS X Mavericks. OS X Mavericks avrà delle innovazioni, come le app full screen, il tagging integrato a livello di sistema operativo e il super supporto ai multiple display.
Dopo una dimostrazione del tagging e della compatibilità del full display e dei display multipli anche con Apple TV, OS X Maverick presenta una serie di feature per ottimizzare la RAM e la durata della batteria, come ad esempio OpenGL 4.0 per lo scrolling avanzato e molto altro. Il risultato è un 72% di peso in meno sulla CPU e, grazie a Compressed Memory, la RAM tutte le applicazioni hanno sempre spazio in memoria anche per task molto intensivi.
Novità anche per Safari, come il blocco degli ads non voluti, la gestione intelligente dei cookies, una nuova homepage con i Top Sites, una barra laterale per i preferiti e gli Shared Link, ovvero tutti i collegamenti condivisi dai propri amici sulle reti sociali. Javascript è stato incredibilmente migliorato, tanto che Safari batte in velocità Chrome, Firefox e tutti gli altri browser. Un sistema intelligente di gestione delle risorse hardware, infine, decide quanta energia consumare a seconda di ciò che è mostrato a schermo.
Si passa quindi a iCloud Keychain: OS X Mavericks diventa intelligente nella gestione delle password, perché l’utente non sarà più tenuto a doverle ricordare, sarà iCloud stesso a farlo. E si tratta di password estremamente sicure dal punto di vista lessicale e logico, praticamente impossibili da intaccare.
Vi sono novità anche per il Centro Notifiche: ora si può direttamente interagire nella notifica di un messaggio, decidendo di leggerlo o cancellarlo senza entrare nell’applicazione apposita. Inoltre arrivano le Notifiche Push, sullo stesso stile di iOS. Le app, infine, si aggiornano da sole in background.
Il calendario perde lo scheumorfismo, ovvero la sua barra in pelle. Apple lo dice chiaramente: «Nessuna mucca virtuale è stata uccisa per creare questo calendario». Più che delle mucche in bit, però, alla Mela interessa mostrare le Mappe, che da iOS arrivano sul desktop.
Anche iBooks arriva su OS X Mavericks, per leggere gli ebook preferiti direttamente dallo schermo del proprio Mac. Vi sono modalità visive per non stancare gli occhi e, ovviamente, un’interfaccia grafica per facilitare lo scrolling fra una pagina e l’altra, i capitoli e via dicendo. Le pagine lette vengono quindi sincronizzate su tutti i dispositivi mobile in possesso. Mavericks è disponibile da oggi per gli sviluppatori e dall’autunno per il grande pubblico.