A pochi giorni dal caso PRISM, nelle stesse ore in cui l’autore della soffiata, Snowden, ha fatto perdere le sue tracce, lo scandalo NSA arriva a Strasburgo con un dibattito in plenaria sul sistema di sorveglianza dei dati sensibili. Molti deputati di tutti i gruppi politici si sono espressi e non sono stati teneri: è cominciata la cyberguerra Usa-Europa?
Il dibattito (VIDEO) si è protratto per 40 minuti stamani e ha visto una sequela di commenti che lasciano presagire un’accellerazione della sensibilità del vecchio continente rispetto a questo caso.
Cosa dicono i deputati sul Datagate #Prism #EPnewshub http://t.co/Q7hkJnu3AB In diretta http://t.co/lf7RNBqy0A
— Parlamento europeo (@Europarl_IT) June 11, 2013
Un «tradimento», ha detto il vicepresidente dei socialdemocratici, Claude Moraes, mentre il deputato del PPE, Manfred Weber, è stato molto chiaro nel sottolineare che «i miei dati appartengono a me. Questo è il punto di partenza». Il Datagate diventa così un affare di Stato, oltre semplice questione di privacy del singolo cittadino.
Basta seguire l’hashtag #prism degli europarlamentari per rendersi conto che la vicenda, in ogni caso, non finisce qui. Lo statement europeo è al momento un documento in prima lettura, lontana da una risoluzione, ma ce n’è per tutti i gusti: dal deputato verde che parla di «paranoia americana» alla deputata olandese Sophie In’t Veld, che ha criticato la Commissione Europea e dunque anche la sua connazionale Neelie Kroes:
Obama ha detto ai suoi cittadini di non preoccuparsi perché spiano solo i cittadini stranieri, ma questi siamo noi! Che tipo di relazione speciale è mai questa?
Con le nuove regole, le imprese Usa sarebbero accusate di violazione del diritto comunitario
L’Europa ha una legislazione che ritiene legali, in caso i dati di suoi cittadini siano trasmessi a parti terze, soltanto quei trasferimenti che rispettano le leggi internazionali. Tuttavia, le nuove regole a cui sta lavorando Viviane Reading (da 18 mesi) stabiliranno, una volta approvate, un regime di protezione secondo il quale le imprese estere che forniscono servizi ai cittadini europei sono vincolate dagli obblighi di legge europei.
Le aziende si riparano dallo scandalo: in ballo reputazione e denaro
Ecco spiegata la ragione per cui, al di là dell’imbarazzo e del crollo di immagine, Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, PalTalk, AOL, Skype, YouTube, Apple, smentiscono con forza di aver mai collaborato al progetto PRISM. Se si accertasse la loro responsabilità, finirebbero per pagare multe gigantesche in Europa, Asia, Africa, mentre l’amministrazione Obama probabilmente userebbe la sua influenza politica, oppure – ma è difficile crederlo – potrebbe persino cedere alle pressioni che vorrebbero, da qualche anno, concedere ai cittadini non americani gli stessi diritti di accesso al ricorso giudiziario in caso di sottrazione di dati personali. Non è solo questione di reputazione, ma anche di denaro. Molto denaro. Tanto che il Guardian immagina, di converso, una pressione dei colossi della Rete perché la NSA riveli di più sulle sue attività, coperte fino ad oggi da un segreto assoluto, provando la loro innocenza.
La lettera di Allenza4Internet a Enrico Letta: incubo controllo digitale
Dalla Francia, dal Canada, dall’Australia, dall’Egitto e da molti paesi arabi (ironia della sorte) stanno arrivando pressioni politiche perché si faccia chiarezza sull’attività di spionaggio americano, sulla sua reale portata e implicazione per i diritti umani. Anche in Italia comincia a muoversi qualcosa. All4Internet, ad esempio, ha scritto una lettera (PDF) al Presidente Enrico Letta, firmata da Francesco Pizzetti, nella quale si chiede di accertare quanto i dati dei cittadini italiani siano stati violati:
Se saranno confermate le notizie circolate sui media di tutto il mondo e solo debolmente smentite o precisate da alcuni OTT, si configura come la creazione della più vasta rete di sorveglianza a scala mondiale mai immaginata, e soprattutto come una violazione gigantesca dei diritti dei cittadini, sia americani che europei e di tutti i Paesi del Mondo.
Di fronte alla lentezza con la quale le Istituzioni italiane e europee stanno reagendo, Alleanza per Internet ha ritenuto suo dovere prendere l’iniziativa di sollecitare il loro intervento. (…) Senza una regolazione internazionale gli utenti della rete e gli stessi OTT sono in preda al potere dei singoli Governi. Non solo si corre il rischio concreto che le nuove potenze egemoniche del mondo di domani, USA e Cina, pensino di poter regolare bilateralmente i poteri dei reciproci governi. Il rischio è che dopo la Guerra fredda dominata dall’incubo atomico si passi a una nuova Guerra fredda dominata dall’incubo del controllo globale.
Una lettera analoga è stata inviata anche al Presidente del Consiglio di Europa Herman Van Rompuy, della Commissione europea Jose Manuel Barroso, del Parlamento europeo Martin Schulz, alla vicepresidente Viviane Reading e al presidente del gruppo dei garanti europei Jacob Kohnstamm.