Nell’ambito tecnologico innovare significa rispondere alle domande e alle esigenze degli utenti percorrendo nuove strade, mediante approcci che tagliano i ponti con il passato. Innovare equivale però al tempo stesso anche ad affrontare nuovi problemi e porsi questioni prima non necessarie. Una regola alla quale non può sottrarsi Google Glass, uno dei dispositivi più attesi e chiacchierati dell’ultimo anno, in arrivo sul mercato entro il Q1 2014. Prima della commercializzazione, però, c’è bisogno di far luce sugli eventuali rischi per la privacy derivanti dall’utilizzo degli occhiali.
È quanto chiedono le autorità garanti di tutto il mondo riunite nel GPEN (Global Privacy Enforcement Network) con una lettera inviata a Larry Page, in cui si sollecita il CEO del motore di ricerca ad avviare subito un confronto attraverso cui fornire chiarimenti sulla questione.
Quali informazioni raccoglie Google attraverso i “Glass”, i famosi occhiali a realtà aumentata? Con chi le condivide? Come intende utilizzarle? Come viene garantito il rispetto delle legislazioni sulla privacy? Come pensa Google di risolvere il problematico aspetto della raccolta di informazioni di persone che, a loro insaputa, vengono “riprese” e “registrate” tramite i Glass.
A preoccupare sono in particolar modo le applicazioni che faranno utilizzo delle tecnologie di riconoscimento facciale, come si apprende dal comunicato giunto in redazione e firmato dal Garante per la protezione dei dati personali. A tal proposito va però ricordato che bigG è già intervenuta nelle scorse settimane sulla questione, annunciando tramite un post condiviso su G+ che, fino a quando non sarà disponibile un sistema efficace per evitare eventuali abusi, ogni applicazione di questo tipo verrà bloccata.
Come Google ha già fatto per anni, non abiliteremo funzioni di riconoscimento facciale sui nostri prodotti senza efficaci misure di protezione per la privacy. Dunque, al momento le applicazioni di questo tipo per Glass non saranno approvate.
I timori delle autorità riguardano poi la registrazione video e la possibilità di scattare fotografie mediante l’obiettivo integrato al fianco della lente. Un problema che non si discosta molto da quello discusso all’epoca dell’arrivo sul mercato di “videofonini” prima e smartphone poi, con la differenza che Google Glass potrà eseguire l’azione con un semplice comando vocale, sfiorando il touchpad posizionato al lato del capo o ancora più semplicemente strizzando l’occhio. Il gruppo di Mountain View, per il momento, non ha fornito alcuna risposta alla richiesta di GPEN.