Nella giornata di ieri gli azionisti Nokia hanno dovuto affrontare alcune ore di panico per i rumor che stavano agitando la piazza portando le azioni ad un improvviso balzo di circa 11 punti percentuali: un articolo pubblicato sul Financial Times, infatti, ha suggerito la possibilità per cui il gruppo europeo sarebbe potuto essere acquisito da Huawei.
Il “no comment” dell’azienda guidata ad Stephen Elop non ha fatto altro che fomentare i sospetti relativi all’ipotesi e le parole provenienti da Huawei hanno accelerato il passaparola: «stiamo prendendo in considerazione questo tipo di acquisizioni; forse la combinazione ha qualche sinergia, ma dipende dalle volontà di Nokia». Le azioni, partite da quota 3,7 circa, a metà seduta superavano ampiamente i 4 dollari per poi ripiegare a 3.86. La chiusura è stata a quota +4.61%, limitando così gli entusiasmi delle prime ore pur non mettendo completamente da parte l’emotività scatenata dalle ambizioni Huawei.
Secondo quanto indicato dal Financial Times, l’idea del gruppo coreano sarebbe una suggestione dettata dalla volontà di lanciarsi sul mercato smartphone a livello internazionale. Un’idea che metterebbe però da parte i Windows Phone, e quindi la serie Lumia: in un mercato destinato a consolidarsi attorno a pochi produttori, Huawei vede nel sistema operativo di Redmond un punto di debolezza eccessivamente incisivo. Android, per contro, ha una forza che Huawei vede come fondamentale: è gratuito. A tal fine sarebbe interessante avere dichiarazioni ufficiali da parte del team Microsoft, che proprio sulla gratuità del mondo Android ha espresso più volte le proprie rimostranze (ed ora su questo punto anche l’UE sta indagando). Le dichiarazioni del responsabile Huawei, Richard Yu, potrebbero avere peraltro una valenza ulteriore proprio in relazione alle provocatorie dichiarazioni relative ad Android. Parole, in ogni caso, dalle quali il gruppo ha preso le distanze a titolo ufficiale negando qualsivoglia interesse immediato per una scalata a Nokia.
Tutto gira attorno ad Android
Occorre ricordare come il gruppo sia tra gli ultimi a non aver ancora firmato un accordo con Microsoft per poter utilizzare Android al di fuori delle minacce legali del team di Redmond. Mentre Samsung, HTC, Acer e molti altri hanno firmato il relativo accordo (ammettendo tra le righe la violazione di brevetti commessa dal sistema operativo di Google), Huawei ha finora resistito inserendosi in quel 20% di produzione Android ancora fuori dalla tutela di un accordo.
Le parole rilasciate al Financial Times sembrano dunque essere l’ultimo atto di un braccio di ferro in auge ormai da un biennio. Se Nokia non risponde, insomma, potrebbe invece farlo subito Microsoft: sul piatto c’è la gratuità di Android, il controllo di Nokia e l’ambizione ad occupare uno dei pochi posti di prestigio rimasti al fianco dei maggiori produttori di smartphone e di sistemi operativi per la mobilità.