Anche i cittadini possono essere riformatori, se la politica adotta un open-government ben strutturato. Da oggi è online il sito della consultazione pubblica per le riforme costituzionali. Un piccolo passo verso il modello islandese – il primo paese al mondo con una costituzione crowdsourcing – che permetterà di raccogliere per tre mesi i pareri dei cittadini. Niente democrazia web o innovazione nel processo decisionale, ma almeno una forma abbastanza innovativa di consultazione.
Il sito partecipa.gov.it è un buon esempio di consultazione pubblica online: si compone di una introduzione alle ragioni della consultazione, un utile glossario, ha molto materiale per approfondire la consultazione e i suoi temi, dal testo della Costituzione ai lavori della costituente, fino alla relazione finale dei famosi Saggi di Napolitano. Stavolta, però, saggi possono esserlo tutti.
E' aperta la Consultazione pubblica sulle Riforme Costituzionali http://t.co/xyqmMxCjAs #OpenGov #eParticipation
— DatiGovIT (@DatiGovIT) July 8, 2013
Il processo di consultazione è strutturato in tre livelli: un questionario breve, un questionario di approfondimento e una fase di discussione pubblica. I primi due questionari sono già online, mentre la discussione pubblica avverrà successivamente. Il primo questionario è più breve, è composto da 8 domande divise in 3 sezioni: Presidente della Repubblica, Governo e Parlamento, Strumenti di democrazia diretta e Autonomie territoriali e bastano cinque minuti per compilarlo.
Il secondo questionario approfondisce i temi del primo, e viene suggerito di scaricare il testo per poterlo leggere con calma prima di rispondere, dato che si può fare soltanto online (ci vuole un indirizzo valido di posta elettronica) ma ci possono volere anche 30 minuti per completarlo.
L’elezione del Capo dello Stato e la democrazia diretta
La consultazione cerca di individuare le preferenze del cittadino rispetto alla forma costituzionale, in particolare tra quella parlamentare e quella presidenziale. Da qui derivano le domande successive, ad esempio su come dovrebbe essere nominato il capo del governo (indicazioni dei partiti, coalizione, assemblea) e su come si dovrebbe gestire una eventuale crisi di governo (dallo scioglimento alla “sfiducia costruttiva”). Molte domande di secondo livello – più difficili, più circostanziate – anche sul rapporto governo-Parlamento, la possibilità di eleggere direttamente il Capo dello Stato, sul superamento del bicameralismo perfetto.
Nel questionario spazio anche per le ipotesi di democrazia diretta che chiamano in causa la Rete:
Le tecnologie digitali hanno ampliato le possibilità e modalità di partecipazione per i cittadini, sia facilitando processi democratici tradizionali sia affiancando a questi nuovi strumenti e mtetodi per la raccolta, gestione e analisi dei contributi dei cittadini. Se nella maggior parte dei casi è la societa civile ad utilizzarle per numerose finalità, le Istituzioni hanno fatto ricorso sempre più frequentemente all’uso di tali strumenti.
Nell’ipotesi di gestione e utilizzo sistematico da parte dello Stato di strumenti di partecipazione diretta attraverso tecnologie digitali, su quali ritieni si dovrebbe intervenire prioritariamente? (indicare massimo 3 opzioni)☐ strumenti per facilitare l’iniziativa legislativa popolare online;
☐ petizioni online;
☐ consultazioni online tramite questionari, invio di posizioni,
documenti commentabili;
☐ strumenti per raccolta e aggregazione online di idee, per la
ricerca di soluzioni specifiche;
☐ strumenti per discussione e deliberazione online;
☐ altro;
☐ nessuno, tali strumenti dovrebbero essere gestiti dalla società
civile
☐ non so / nessuna risposta.