Si prospetta un duro braccio di ferro tra l’Unione Europea e gli operatori sul tema dei costi del roaming internazionale. Le telco europee si sono infatti schierate compatte contro il progetto di Neelie Kroes sull’abolizione dei costi del roaming internazionale. Secondo quanto riportato dal Financial Times, che riporta le stime dell’Etno, in caso si arrivasse davvero al roaming a costo zero, per le telco europee si produrrebbe un buco di oltre 7 miliardi di euro di ricavi in meno entro il 2020.
Per gli operatori infatti, le chiamate in roaming contribuiscono al 10% dei loro introiti. Secondi gli operatori Europei, la proposta di Neelie Kroes sarebbe sbilanciata troppo a favore dei consumatori e non guarderebbe affatto al consolidamento del mercato delle telecomunicazioni europeo. Per le telco infatti, il mercato europeo delle tlc risulterebbe troppo frammentato e sarebbe necessario arrivare ad un suo consolidamento. Infatti, per Pierre Louette, deputy chief executve di Orange, l’industria delle tlc europee ha urgente bisogno di politiche favorevoli agli investimenti. E dunque, sempre per Pierre Louette, la proposta di Neelie Kroes non andrebbe in questa direzione ma sarebbe solo un modo per farsi pubblicità sui giornali. Ad oggi infatti si parla solo su come abbattere le tariffe e migliorare la concorrenza ma non su come favorire lo sviluppo e la crescita.
Ovviamente di pensiero diverso Neelie Kroes che ribadisce come il piano del roaming a costo zero faccia parte di un progetto di più grande respiro per lo sviluppo del mercato digitale favorendo l’entrata anche di nuovi player.
A parziale sostegno di Neelie Kroes, Matthias Kurth, presidente di Cable Europe, che rappresenta colossi del calibro di Liberty Global e Virgin Media che afferma come la proposta della Commissione Europa possa davvero favorire non solo la concorrenza ma anche spingere gli operatori a stipulare accordi commerciali tra di loro per la fruizione di alcuni servizi.