Proteggere l’innocenza dei più piccoli e combattere ogni tipo di abuso sessuale. Questi gli obiettivi della normativa che il Primo Ministro britannico David Cameron è pronto a presentare nel Regno Unito. Se ne è parlato il mese scorso, anticipando quelle che sarebbero state le novità introdotte dalla legge, confermate oggi dalla stampa inglese che delinea il ruolo attivo attribuito ai provider nell’operazione: in estrema sintesi, nella terra di Sua Maestà il porno online verrà equiparato in tutto e per tutto a quello venduto in negozio.
Gli ISP saranno chiamati a introdurre filtri in grado di bloccare in maniera automatica la trasmissione di qualsiasi contenuto XXX sui computer o sui dispositivi dei cittadini. Chi vorrà accedere a materiale per adulti potrà continuare a farlo, ma solo dopo aver effettuato una specifica richiesta all’azienda fornitrice della connessione Internet. La misura entrerà in vigore sia per chi dispone già di un abbonamento che per le nuove utenze. Una sorta di parental control applicato a monte, dunque, con lo scopo di stroncare un fenomeno che secondo Cameron sta “corrompendo l’infanzia”.
Questa non sarà l’unica novità introdotta dalla legge. In tutto il territorio UK i filmati porno sul Web saranno considerati esattamente come avviene oggi per quelli venduti nei negozi, il personale del CEOP (Child Exploitation and Online Protection Centre) potrà disporre di poteri più ampi per analizzare il traffico dati sui network di file sharing e la polizia gestirà un database contenente tutte le immagini a tema pedopornografico scovate in Rete, per tracciarne lo scambio e contrastare l’attività online dei pedofili.
Anche i motori di ricerca dovranno attivarsi per fare la propria parte. La normativa impone a Google e ai suoi concorrenti di introdurre entro ottobre misure per il blocco dei contenuti illegali. Secondo Cameron, questi hanno il “dovere morale” di aiutare il governo nella sua crociata. Un altro punto incluso nel testo della legge prevede la visualizzazione di avvisi mediante pop-up sullo schermo degli utenti quando questi tentano di effettuare l’accesso a filmati o immagini XXX. Infine, come già accade in Scozia, anche Inghilterra e Galles puniranno il possesso di materiale relativo ad abusi sessuali. Fino ad oggi nei due stati ne era proibita la pubblicazione e condivisione, ma non la detenzione, a causa di quello che viene definito un cavillo legislativo presente nel Criminal Justice and Immigration Act 2008.
Voglio parlare di Internet, dell’impatto che sta avendo sull’innocenza dei nostri figli, di come la pornografia online li sta corrompendo, di come negli angoli più oscuri della Rete si nascondano cose che rappresentano una minaccia diretta per i più piccoli. È nostro dovere eliminarle. Non sono un moralista e non è mia intenzione creare allarmismi, ma sento che è giunto il tempo di fare qualcosa come politico e come padre. Questo, molto semplicemente, per proteggere i nostri figli e la loro innocenza.
Alla dichiarazione d’intenti del Primo Ministro Britannico risponde Google, sottolineando come il gruppo di Mountain View abbia assunto già da parecchio tempo un atteggiamento severo nei confronti dei contenuti XXX potenzialmente dannosi per i più piccoli. Ecco le parole di un portavoce dell’azienda, riportate oggi dalla redazione di BBC.
Pratichiamo la tolleranza zero per quanto riguarda il materiale relativo ad abusi su minori. Ogni volta che ne troviamo, ci attiviamo subito per eliminarlo e segnalarlo. Di recente abbiamo donato cinque milioni di dollari per aiutare a combattere il problema e siamo in continuo contatto con i rappresentanti governativi per quanto riguarda la questione.