Facebook sta comunicando agli utenti alcuni aggiornamenti sull’utilizzo dei dati e la Dichiarazione dei diritti e delle responsabilità del sito. Se confermati, gli aggiornamenti entreranno in vigore il 5 settembre. Ma i pareri su come in futuro Menlo Park intende trattare i dati rispetto alle inserzioni pubblicitarie (ad esempio) sono quasi tutti negativi.
In una nota nella sezione della Governance, Erin Egan, a capo della privacy e della policy generale di Facebook, spiega che l’azienda ha cercato di chiarire ancora di più quale sia il livello di autorizzazione che l’utente dà nel momento in cui si usano alcuni servizi. La ragione è semplice: proprio nei giorni scorsi Mark Zuckerberg ha accettato di pagare venti milioni di dollari per riparare all’accusa di alcuni utenti che si erano visti “incorporati” in alcune storie sponsorizzate sul feed delle Notizie. Vecchia questione che il sito fatica a risolvere dai tempi della prima grande innovazione sulla privacy col famoso referendum.
La soluzione all’americana è quella di informare gli utenti su come funzionano effettivamente le cose, facendosi forza del silenzio-assenso informato.
L’enorme quantità di varianti possibili
Basta dare un’occhiata al riassunto sezione per sezione degli aggiornamenti proposti per rendersi conto della complessità della materia. Facebook nell’ultima versione (settembre 2013) della normativa ha modificato alcune parti sulle informazioni ricevute dal sito sugli utenti, mentre sui diritti e responsabilità si occupa del problema della condivisione dei contenuti con le terze parti. Le modifiche vertono in particolare su tre aspetti:
- Differenza tra informazioni trattenute dalle applicazioni e quelle trattenute dai dispositivi. La materia genera spesso molta confusione. Facebook conserva mail e IP dei suoi utenti per ovvie ragioni che esulano anche dal social stesso, ma in seguito utilizza questi dati per personalizzare le comunicazioni agli utenti e tra gli utenti.
- Come vengono utilizzate le informazioni. Inutile spendere altre parole: Facebook può sfruttare le informazioni derivanti dalle attività sul sito e può condividere informazioni con fornitori di servizi che aiutano ad erogarli, compreso tools come il suggerimento dei tag di foto degli amici. Ma la questione più complessa è il controllo degli elementi condivisi. Meglio dare una ripassata.
- Come funzionano le inserzioni. Un’altra questione delicata, quella che irrita maggiormente gli utenti. Facebook utilizza le informazioni che riceve per mostrare agli utenti inserzioni che potrebbero trovare pertinenti e interessanti. Molti invece ritengono che ogni profilo dovrebbe essere coinvolto nel processo che porta alla creazione di una comunicazione ad altri utenti di tipo pubblicitario. Argomento sollevato anche nel caso di un clamoroso aggiornamento (poi smentito) su Instagram, società acquisita proprio da Facebook.
Una settimana per dire la propria
I commenti degli utenti italiani non si stanno facendo attendere. Gran parte di essi sono apertamente contrari. Il commento più popolare è sempre lo stesso:
Non dò il mio consenso all’utilizzo del mio nome e delle foto del mio profilo per qualunque campagna pubblicitaria.
Facebook però è stato chiaro, utilizzare il sito significa accettare la Normativa attuale, anche se la società si impegna a considerare i pareri e prendere in considerazione ogni commento ricevuto prima di adottare le modifiche.