Si è parlato pochissimi giorni fa di come Apple sia costantemente vittima dei patent troll, tanto da essere costretta a spendere ingenti somme del proprio capitale per affrontare cause legali del tutto immotivate. Fra le tante, una intentata dalla società VirnetX ha messo letteralmente sotto scacco FaceTime.
Gli utenti se ne saranno accorti: da qualche tempo la qualità delle videochiamate FaceTime è diminuita e spesso la connessione cade, audio e video non funzionano correttamente o, nel peggiore dei casi, non è proprio possibile effettuare una chiamata. Questo perché ora il servizio, anziché avvalersi di una connessione diretta tra gli iDevice coinvolti, sfrutta un server relay, ovvero un server d’inoltro.
Un simile workaround, così come direbbero gli anglofoni, si è reso necessario per la causa intentata da VirnetX, un’agenzia che su Wikipedia è presentata come società di patent trolling. A quanto pare, VirnetX sarebbe in possesso di un brevetto essenziale per il ricorso ai collegamenti VPN, che Apple avrebbe non consapevolmente violato nella realizzazione di FaceTime. Lo scorso dicembre i giudici, sebbene Apple sia in attesa di ricorso, hanno costretto il gruppo di Cupertino a pagare ben 368 milioni di dollari al rivale, tuttavia la questione non si è bloccata con la sentenza. Dallo scorso aprile, infatti, VirnetX pretende il pagamento delle royalties per ogni utilizzo del brevetto, tanto da costringere Apple a farne a meno e a preferire server di inoltro e rimbalzo alla modica cifra di 2,4 milioni di dollari al mese, comunque meno di quanto richiesto dalla società sopracitata. Per raggiungere questo scopo, si è resa necessaria una riduzione della qualità visiva e sonora delle conversazioni, a cui ha fatto seguito un innalzamento dei tassi di malfunzionamento fino a 500.000 segnalazioni al mese.
Vi è tuttavia un aspetto che VirnetX sembra non aver preso in debita considerazione in quest’astutissima mossa per mettere alle strette Apple: qualche giorno fa pare che un rappresentante della società abbia lasciato intendere come il brevetto in questione sia irrinunciabile per l’industria delle comunicazioni in Rete, tanto da pretendere che il valore delle licenze sia ricalcolato verso l’alto. Nell’universo dell’information technology, però, l’essenzialità non è un vincolo di guadagno economico: più un sistema diventa necessario al funzionamento del mercato, più si applicano le normative FRAND che obbligano alla concessione delle licenze ai competitor a bassissimi costi. Si salverà così FaceTime?