Per il mondo BlackBerry è ormai vicino il passo indietro necessario, la mossa con cui inizia ogni ristrutturazione: il ridimensionamento delle risorse umane disponibili. Con le vendite a picco ed un orizzonte che si profila come particolarmente plumbeo, il gruppo non sembra avere altra soluzione: i costi vanno ridotti ed il licenziamento delle risorse non più utili alla causa si configura come un passaggio obbligato.
Il taglio sarà particolarmente oneroso: secondo il Wall Street Journal si dovrebbe arrivare all’epurazione di circa 5000 esuberi, ossia il 40% della forza lavoro in forze all’azienda. Al momento l’azienda non ha ancora comunicato nulla in merito, ma sulla base del contesto che va delineandosi non sembra essere questione di “se”, ma di “quanto” e di “quando”. Il gruppo per ora si defila e non intende commentare le speculazioni pubblicate in queste ore: «siamo nella seconda fase del nostro piano di trasformazione». E continua spiegando che l’obiettivo è quello di avere «le giuste persone nel giusto ruolo per sfruttare nuove opportunità». Il che, tra le righe, sembra essere una sommessa conferma dei tagli in arrivo.
Da RIM a BlackBerry prima, lo sviluppo del nuovo BlackBerry OS poi, la distribuzione di due device infine. Si era chiusa così la prima fase del rilancio. Q10 e Z10 non hanno però impressionato ed un mercato schiacciato da Android e iOS, nonché ulteriormente compresso dalla presenza di Windows Phone, non ha lasciato che le briciole all’azienda canadese. La seconda fase è iniziata con il nuovo Z30, ma gli annunci di prodotto sembrano ormai passare in secondo piano: con le ipotesi di cessione nell’aria ormai da settimane, il lato business della vicenda sembra essere l’unico realmente importante per il futuro del gruppo. Futuro che, tra tagli di personale e di prospettive, ad oggi sembra essere sempre di più votato ad un lento tramonto alla ricerca di una “exit way”.