Fermi tutti, ci pensi il Parlamento. Così chiedono le decine di firme in calce alla lettera aperta alla presidente della Camera, alla quale si sono rivolti molte associazioni, giuristi, esperti della Rete in merito al nuovo regolamento AgCom in dirittura di arrivo. I motivi di contenuto già più volte sollevati trovano ora due concreti appigli politici: le proposte di legge sulla pirateria online e una commissione d’inchiesta appena varata.
Appena pubblicata la bozza di regolamento era subito sorte molte critiche che nei tre mesi di accoglimento delle osservazioni non hanno portato però a grossi cambiamenti nel testo finale. Che ottobre sarebbe stato un mese caldo per la questione lo si era subito capito con il convegno organizzato proprio alla Camera dei deputati, organizzato in pratica dalle stesse sigle e dalle persone che ora rilanciano con un appello alla Boldrini.
Nella lunga e dettagliata lettera aperta (che riportiamo sotto), si concentrano tutte le osservazioni, le preoccupazioni e le controproposte prodotte negli ultimi tre anni di dialettica non sempre felice con l’autorità garante. Le tecnicalità possono risultare difficili, ma in realtà il concetto alla base è molto semplice: l’AgCom ha un potere amministrativo non sufficiente per gestire la violazione del diritto d’autore nelle sue delicate implicazioni giuridiche e di salvaguardia della difesa e della libertà di espressione. Il precedente presidente dell’autorità ne aveva persino preso atto chiedendo al governo una norma di interpretazione autentica che fornisse la legittimazione necessaria a procedere. Da questo vulnus calano tutti gli altri: solo 72 ore di tempo per il presunto responsabile della violazione per adempiere alla segnalazione via AgCom, e le inibizioni di siti, portali, blog, non sempre chirurgiche e comunque senza il ricorso alla magistratura.
A questi argomenti già più volte espressi da Fulvio Sarzana, da Assoprovider, da Copyleft, da Articolo21 e molti altri, si aggiunge l’impegno concreto della politica, che cambia tutto. Come ha acutamente osservato l’avvocato Guido Scorza alcuni giorni fa:
Risulta difficile credere che l’Authority possa “ingarellarsi” con la Camera dei Deputati e varare nuove regole proprio mentre quest’ultima ha iniziato, ora per davvero, ad occuparsi della materia manifestando la serie intenzione di capire le dinamiche sottese al fenomeno della pirateria digitale e di disegnare, quindi, efficaci risposte normative.
Le richieste alla presidente Boldrini
La lettera-appello si fa forza proprio dell’atto di delibera dello scorso 25 settembre con la quale è stata istituita presso la Camera dei Deputati una Commissione parlamentare di inchiesta, tra le altre cose, proprio in materia di pirateria elettronica e digitale. Da qui l’appello a fermare un possibile conflitto istituzionale, mettendo in mora il regolamento e lasciando al Parlamento italiano il tempo di legiferare seguendo le alternative proposte in questi mesi, come il follow the money (idea, ad esempio, di una prossima proposta di Stefano Quintarelli) e una più intelligente separazione tra lo scopo di lucro e il fair use.
@mirko_leo Mi auguro lo migliorino. Per ora nn mi sembra molto equilibrato e nn sembra tale agli osservatori internazionali.
— Guido Scorza (@guidoscorza) October 9, 2013
Lettera aperta alla presidente della Camera
Lettera Aperta alla Presidentessa della Camera dei Deputati On.le Laura Boldrini su Parlamento, Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, e riforma del diritto d’autore
E, p.c. ai Presidenti dei Gruppi Parlamentari alla Camera dei DeputatiMilano/Roma 11ottobre 2013
Onorevole Presidentessa,
Con la presente siamo a sollecitare un Suo opportuno intervento volto a dirimere il potenziale conflitto istituzionale che verrebbe a crearsi tra il Parlamento e l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (di seguito AGCOM) ove quest’ultima adottasse in via definitiva, nelle prossime settimane, il Regolamento posto in consultazione sul diritto d’autore online in assenza di un previo intervento del Legislatore.
Confidiamo nella Sua accorta sensibilità istituzionale affinchè, nell’interesse dei cittadini, vengano adeguatamente protette da perniciose prevaricazioni le prerogative del Parlamento in una materia – come quella della libertà d’espressione in Internet – che assume viepiù importanza cruciale per la nostra Democrazia.
Le scriventi associazioni ed esponenti della società civile, pur rappresentando istanze ed interessi assai diversi tra loro, imprenditoriali, consumeristi, professionali e accademici, concordano, infatti, nel ritenere ingiusta, inopportuna ed inappropriata nel merito la procedura di repressione sul web proposta dall’AGCOM, senza il ricorso alla Magistratura, e nutrono serie perplessità circa la sussistenza di una sufficiente legittimazione in materia di diritto d’autore in capo a tale Autorità amministrativa stante la legislazione vigente.
D’altra parte, alle nostre stesse conclusioni era infine addivenuto persino il precedente Presidente AGCOM, tanto da spingersi a richiedere informalmente al Governo una norma di interpretazione autentica che fornisse all’Autorità la legittimazione necessaria a procedere con l’approvazione del proposto Regolamento (Cfr Presentazione del Bilancio di mandato AGCOM 2005-2012).
In progresso di tempo anche il nuovo Presidente AGCOM ha in varie occasioni ripetuto – non ultimo nel riferire in audizione alle Camere –che “ se il Parlamento intervenisse ad adottare una riforma della legge n. 633/1941 che tutela il diritto d’autore per adeguarla alla nuova realtà tecnologica e di mercato, AGCOM sarebbe lieta di cedere il passo”.
Occorre dunque prendere favorevolmente atto che non solo nelle due ali del Parlamento, anche a fronte di tali stimoli, sono già stati presentati due disegni di legge (Cfr Atto Camera n. 1639 e Atto Senato n. 1066) e che altri parlamentari hanno preannunciato la presentazione di ulteriori disegni di legge ma, soprattutto, che lo scorso 25 settembre con una Delibera a Sua firma On.le Presidentessa è stata istituita presso la Camera dei Deputati una Commissione parlamentare di inchiesta, tra le altre cose, proprio in materia di pirateria elettronica e digitale.
Non pare dunque sussistere alcun dubbio sul fatto che si stia finalmente avviando proprio quel dibattito parlamentare sollecitato dal Presidente AGCOM sul diritto d’autore online e che, per di più, in seno alla succitata Commissione di inchiesta potrà essere approntata sin dai prossimi mesi alla Camera una analisi indipendente sui cd danni da pirateria digitale nel nostro Paese.
Oltre alla mancanza di legittimazione in capo all’AGCOM e ai rischi documentati circa i suoi effetti deleteri sulla libertà d’espressione in Rete, rimarcati da ultimo anche da due interrogazioni rivolte da Membri del Parlamento europeo alla Commissione (Interrogazioni On.le Rinaldi e On.li Toia/Berlinguer),l’emanando Regolamento AGCOM appare infatti inficiato dalla assoluta carenza di una preventiva analisi di impatto economico in termini di costi e benefici che – sebbene da più parti ripetutamente richiesta – l’Autorità non ha mai voluto avviare.
Non solo, si consideri che a fronte di recenti decisioni della Giustizia Amministrativa AGCOM si troverà a dover gestire una importante mole di lavoro inerente i ricorsi per pratiche commerciali scorrette nel settore delle telecomunicazioni precedentemente di competenza dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, cosa che ci lascia francamente dubitare sulla possibilità che contestualmente AGCOM possa farsi carico anche del contenzioso che il Regolamento in materia di diritto d’autore farebbe confluire su di essa anzichè, più opportunamente, sulle sezioni specializzate per la proprietà intellettuale dei Tribunali Ordinari.
Va, inoltre, ricordato che in questo momento, dopo le dimissioni del Commissario Maurizio Decina, il Consiglio AGCOM manca peraltro di uno dei suoi Membri e risulta pertanto squilibrato, cosa per la quale–lo sottolineiamo con urgenza–la Camera dei Deputati dovrebbe al più presto avviare procedure trasparenti per raccogliere candidature di alto profilo e prevedere l’audizione dei candidati.
E’ per tutte queste ragioni che siamo a chiederLe di consentire la calendarizzazione della citata proposta di legge e di quelle che stanno per essere presentate, avviando così, con un formale dibattito parlamentare, anche la moratoria di fatto del Regolamento proposto da AGCOM.
Come da tempo ci affatichiamo a sostenere solo in Parlamento, grazie alle più ampie prerogative consentite al Legislatore, può essere infatti adottata una riforma del diritto d’autore armonica, equa ed innovativa.
Una riforma della legge n. 633/1941 che affronti, da una parte, con doveroso rigore la repressione delle violazioni a scopo di lucro ancheattraverso strumenti quali il cd follow the money, che impedisce la monetizzazione delle grandi piattaforme di pirateria commerciale senza ricorrere néall’interdizione del servizio a livello DNS, che metterebbe a rischio la libertà d’espressione, né a forme di “rimozione selettiva” che richiederebbero il ricorso a tecniche di ispezione delle comunicazioni (Deep Packet Inspection) incompatibili con l’articolo 15 della Costituzione e ponga, dall’altro, le precondizioni più adeguate per sviluppare finalmente nel nostro Paese un mercato legale dei contenuti online senza dimenticare, infine, di precisare, dettagliare, riconoscere e promuovere i diritti dei consumatori nel nuovo contesto digitale.
Appare ormai intollerabile che, complice un quadro normativo inadatto al mutato contesto tecnologico, l’emersione di nuove forme di linguaggio fatte non solo di parole ma anche di immagini, suoni, melodie, trovi nel diritto d’autore uno strumento che, lungi dal promuovere la creatività, ne impedisca in concreto la positiva estrinsecazione.
Contemperare adeguatamente i diritti degli autori ed editori con i diritti di libertà degli utenti della Rete consentirebbe alle nuove generazioni di esprimersi nel linguaggio loro più congeniale ed al Paese di cogliere appieno le opportunità del digitale contribuendo così a restituire al mercato un settore dell’economia come quello dell’innovazione e della conoscenza che può fare dell’Italia un caso di eccellenza nel panorama europeo.