Facebook potrebbe avere un problema all’orizzonte: il pubblico giovane. Qualcosa sembra infatti essersi incrinato nell’irresistibile parabola ascendente del gruppo e, sebbene la trimestrale consegni cifre in regola con le aspettative, v’è una crepa che il gruppo non intende sottovalutare e il mercato non intende far passare sotto silenzio: parte della community sembra aver rinunciato in parte al social network di Mark Zuckerberg, portando altrove il proprio tempo e i propri click.
Al centro dell’attenzione vi sarebbero, per esplicita ammissione del team Facebook, i più giovani: in alcuni paesi “core” per la community del social network, infatti, le defezioni tra i minori si sarebbero ormai cronicizzate, rallentando così la crescita soprattutto tra le nuove generazioni. Dove vada il pubblico che rinuncia a Facebook non è cosa chiara (sebbene si possa immaginare il tutto come una sorta di diaspora verso una molteplicità di canali di comunicazione quali Twitter, Whatsapp ed altri ancora) e di fatto nemmeno la quantificazione del rallentamento è concretamente possibile.
I dati non sono stati sviscerati e probabilmente non v’è neppure una rilevazione effettiva, ma Facebook avrebbe forti indizi tra le mani: il gruppo spiega che alle previsioni del gruppo viene a mancare parte del tempo che si supponeva i giovanissimi avrebbero passato sul social network a condividere i propri interessi. Più che la quantificazione dell’emorragia in corso, però, sarà importante comprenderne le cause. Facebook è infatti chiaro in tal senso: intende recuperare quanto prima il terreno perduto poiché la penetrazione di mercato tra i più giovani è elemento fondamentale ai fini della crescita futura e del mantenimento dell’attuale quota dominante.
Mentre le performance pubblicitarie migliorano e la quota di pubblico mobile cresce, insomma, Facebook si trova a dover affrontare il peggiore dei problemi: una parziale erosione della propria community (728 milioni di utenti attivi al giorno, 1,19 miliardi di utenti attivi mensili). Se gli utenti diventano meno attivi, infatti, viene a sfilacciarsi la rete di relazioni che tiene insieme l’intero sistema. Lo zoccolo duro del social network ad oggi non è in discussione, ma quando vengono meno i giovani vengono meno le prospettive.
Le azioni si fermano così sulla sostanziale parità: se il breve periodo non è in discussione, infatti, per proiezioni di maggior durata occorre cautelarsi in attesa di capire come reagirà Facebook all’intoppo incontrato