Apple inciampa sull’erotismo, di nuovo. Cupertino ritorna al centro delle polemiche e dei fuochi incrociati del pubblico per l’esclusione da App Store di un fumetto, Sex Criminals, colpevole di avere una trama troppo hot per i canoni della mela morsicata. Come già successo in passato, però, il ban coinvolge il negozio di applicazioni di Cupertino ma non iBookstore e gli autori, giustamente, si chiedono quale sia la discriminante.
Sex Criminals è l’ultima opera dello scrittore Matt Fraction e dell’artista Chip Zdarsky, pubblicata da Image Comics. La trama è certamente singolare: i due protagonisti, un uomo e una donna, scoprono di poter fermare il tempo con i loro orgasmi, approfittando così di questo straordinario potere per compiere atti ai confini della legge. Nonostante la trama e i dialoghi forse un po’ spinti, non si tratta di un fumetto graficamente esplicito: non vi sono immagini in odor di pornografia.
Le regole di App Store sono molto chiare e decisamente restrittive: dato il potenziale pubblico di minori, l’eros non è permesso da Cupertino. Non è sui contenuti, tuttavia, che autori e fan discutono. La pubblicazione del secondo numero di Sex Criminals come acquisto in-app nell’applicazione Comixology è stato vietato – “objectionable content”, contenuto riprorevole secondo Apple – ma la vendita continua a essere libera su iBookstore. Non è ben chiaro, quindi, perché l’utente non possa leggere il fumetto sul suo iPad via Comixology, ma lo possa fare sempre sullo stesso tablet con iBook. In altre parole, secondo l’accusa la Mela limiterebbe i guadagni dell’editore con gli acquisti in-app, ma non rinuncerebbe alla propria fetta di revenue sharing dal negozio di libri.
«Apple è libera di intraprendere qualsiasi decisione ritenga migliore per il proprio business, ma vi è un livello di inconsistenza che risulta di difficile comprensione per la comunità creativa. In questo caso, vi è poca differenza di contenuti tra Sex Criminals 1 (disponibile sull’App Store di iOS) e Sex Criminals 2 (invece espulso). Allo stesso modo, se si paragonano gli standard per iBookstore e App Store, non vi è molto terreno in comune e questo rende la decisione qualcosa di arbitrario. Nessuna spiegazione reale è stata fornita e siamo lasciati a noi stessi nel capire cosa possa aver innescato l’espulsione. È come se vi fosse una mancanza di una policy definita all’interno della loro stessa policy.»
Queste le dichiarazioni dell’editore all’indomani del ban. La questione rimane aperta: perché il primo numero del fumetto è disponibile per l’acquisto e il secondo è stato invece rifiutato? Perché, inoltre, gli iBook non subiscono le stesse censure delle applicazioni, pur essendo entrambi usufruibili sul medesimo device targato mela morsicata?