La prima generazione di iPad Mini dotati di Display Retina non nasce sotto la migliore delle stelle. Apple non ha ancora annunciato una data precisa di disponibilità nei negozi e, nonostante i rumor più accreditati indichino il 21 novembre come giornata fatidica, le tempistiche potrebbero addirittura dilungarsi. Stando ad alcuni report provenienti dall’oriente, infatti, Sharp starebbe incontrando una lunga serie di problematiche con i display IGZO.
La notizia è stata pubblicata dalla fonte sudcoreana ETNews e, sebbene la veridicità sia ancora tutta da comprovare, sembra che Apple sia pronta ad allargare la produzione ad altri partner per sopperire alle supposte mancanze di Sharp. A quanto pare la produzione degli schermi IGZO, tecnologia molto amata da Cupertino e di recente introduzione in iPad Air, soffrirebbe di un elevato numero di pannelli difettosi, tali da rallentarne la fabbricazione. E così iPad Mini con Display Retina rischia di essere procrastinato fino a data da definirsi.
Entrando nel dettaglio, pare vi siano delle interferenze dovute al sottile film di rivestimento dei pannelli TFT, tali da impedire al display di funzionare correttamente. Nella maggior parte dei casi, così come sottolinea ETNews, la natura di interferenze e artefatti a schermo non è riconoscibile a occhio nudo, ma tanto basta per violare i rigidissimi vincoli qualitativi imposti da Apple ai propri competitor.
Nonostante l’apprezzamento della Mela per la tecnologia IGZO, si vocifera che il gruppo di Cupertino sia pronto ad allargare il quantitativo di pannelli Retina assegnati a LG, società che utilizza invece la normale tecnologia a silicio anamorfico. La produzione vedrebbe impegnata Sharp nella consegna del 40% dei pannelli mentre a LG spetterebbero gli altri 60, tuttavia Apple è pronta ad aumentare ulteriormente questo divario per rientrare nelle tempistiche di lancio. A livello puramente visivo, non vi sono grandi differenze fra le due tecnologie: l’utente si troverà a godere di uno schermo Retina di elevata qualità sia che abbia fra le mani un IGZO o un comune a-Si. Quel che cambia è però l’efficienza energetica: gli IGZO, data l’elevata mobilità degli elettroni, consumano fino al 57% di energia in meno, aumentando così sensibilmente la durata della batteria.