Watson è diventato famoso in tutto il mondo nel 2011, quando riuscì a sconfiggere i concorrenti al gioco Jeopardy. Da allora, il supercomputer di IBM è stato utilizzato in diversi settori e, all’inizio del prossimo anno, la sua potenza di calcolo verrà messa a disposizione degli sviluppatori. Le sue capacità di elaborazione cognitive potranno essere sfruttate per la realizzazione di applicazioni di terze parti basate sul cloud. Ciò permetterà di ridurre i costi di sviluppo, la maggior parte dei quali dovuti all’acquisto di sistemi dedicati.
Nel 2014 IBM lancerà IBM Watson Developers Cloud, un marketplace cloud dove gli sviluppatori troveranno tutte le risorse necessarie per la creazione di applicazioni Watson-powered, tra cui un kit di sviluppo, materiale didattico e ovviamente le API per accedere alle principali funzioni del supercomputer. Le aziende potranno usare i propri dati oppure i contenuti dell’IBM Watson Content Store, l’enorme database che permette a Watson di rispondere alle domande formulate in linguaggio naturale dagli esseri umani.
L’architettura del supercomputer è modulare, quindi è possibile scegliere la configurazione più adatta al compito che deve svolgere. Ciò consente l’accesso alla potenza di calcolo di Watson in base al budget disponibile. IBM non ha fornito dettagli sui prezzi, ma il servizio dovrebbe essere offerto secondo un modello “a tempo”. All’epoca della famosa sfida televisiva, Watson integrava quasi 2.900 core Power 7 e 16 TB di RAM. La configurazione base invece prevede tra 16 e 32 core con 256 GB di RAM. Collegando questi “moduli” tra loro si può incrementare la potenza di calcolo.
Negli ultimi due anni, le prestazioni di Watson sono aumentate del 240%, mentre le sue dimensioni fisiche sono diminuite del 75%. Con il nuovo servizio cloud IBM vuole rendere accessibile a tutti l’intelligenza artificiale del suo supercomputer. Tre aziende hanno già sviluppato le prime app cognitive nel settore dell’e-commerce e dell’assistenza sanitaria.