A distanza di poche ore dall’annuncio dell’EASA secondo il quale sarà a breve possibile tenere accesi in aereo i propri dispositivi durante decollo e atterraggio, anche l’Unione Europea cambia registro: le autorità del vecchio continente hanno autorizzato l’utilizzo di servizi di connessione 3G e 4G sui velivoli, aprendo così ora a nuove opportunità sia per chi vola, sia per le compagnie aeree.
Nell’era dell’always-on è quasi un paradosso che le persone in volo fossero costrette a tagliare i ponti dal Web in attesa di toccare nuovamente terra. Nuove regole sono destinate però a cambiare il corso degli eventi: oltre al 2G (già precedentemente autorizzato), la Commissione Europea ha aperto anche al 3G ed al 4G, permettendo dunque uno scambio di dati in volo molto più elevato. Le nuove regole aprono di fatto alle nuove realtà del Web, consentendo dunque una normale navigazione, il download di un contenuto o l’invio di una email.
L’UE pone un unico limite al proprio regolamento: tali servizi potranno essere fruiti soltanto al di sopra dei 3000 metri di altitudine (per motivi di sicurezza), escludendo così di fatto i voli a bassa quota e le parentesi di decollo e atterraggio (nei quali i device potranno sì rimanere accesi, ma soltanto attivando la cosiddetta “modalità aereo”).
Gli utenti non potranno adoperare i servizi 3G e 4G a cui sono abbonati poiché a talune altezze non sarebbe tecnicamente praticabile. Per l’invio e la ricezione dei dati, dunque, dovranno appoggiarsi alle strumentazioni di bordo di cui le compagnie aeree potranno facoltativamente dotare i propri velivoli. La connessione sarà dunque in roaming, con l’aereo a fare da tramite con i servizi terrestri per mezzo di una connessione satellitare.
Telefonare, inviare SMS, lavorare in remoto, visualizzare un video in streaming, scaricare una applicazione, sincronizzare un ebook: tutte queste operazioni saranno possibili laddove più erano utili (non si può far altro durante un volo aereo) ma laddove fino ad oggi non era concesso accedervi a causa delle limitazioni regolamentative e tecniche. Le regole hanno aperto ora una nuova opportunità, ma ci vorrà del tempo prima che il tutto possa concretizzarsi: il 95% delle compagnie aeree attive sui cieli dell’Unione Europea non è oggi in grado di abilitare un servizio di questo tipo poiché fino ad oggi era cosa vietata. L’abolizione del divieto apre un nuovo mercato che, occorre supporre, le compagnie aeree non si lasceranno sfuggire.
La discriminante tra il successo o meno dell’idea sarà ora nei prezzi: il costo di un download in alta quota sarà sostenibile, oppure il prezzo diventerà un aggravio che ne scoraggerà la pratica? Il web sarà un “plus” all’offerta delle compagnie aeree o sarà considerato un servizio premium per pochi? Il mercato potrà dire la propria, inserendo ora una nuova leva concorrenziale tra le compagnie aeree in volo: il Web è in grado di riempire il tempo tra un decollo e un atterraggio, rendendo la trasvolata ben più piacevole.
Per l’utente vale di più uno snack gratuito o qualche MB di ossigeno sui social network? La risposta a questa domanda determinerà il prezzo del servizio non appena la strumentazione di bordo sarà installata e attiva.