Si è celebrata ieri la Giornata Mondiale contro l’AIDS, così come ogni primo dicembre dal 1988 a questa parte. E Apple, dal 2006 impegnata nella campagna (PRODUCT)RED per la raccolta fonti per la ricerca sull’HIV, non è voluta rimanere con le mani in mano: il logo della mela morsicata degli Apple Store statunitensi si è colorato di rosso. Ad annunciare l’iniziativa direttamente Tim Cook, dal suo account Twitter.
«Celebriamo la Giornata Mondiale contro l’AIDS colorando di rosso il logo Apple. Oggi possiamo ottenere una generazione libera dall’AIDS.»
Questo il tweet del CEO della società di Cupertino, accompagnato dall’immagine di un Apple Store convertito al rosso. Il riferimento è a uno dei progetti più importanti di (RED), l’associazione benefica voluta da Bono Vox degli U2 per la sconfitta di uno dei più complessi retrovirus mai incontrati dall’uomo, con la definizione di tecniche e prevenzione che riducano allo zero la nascita di bambini sieropositivi. Grazie ai progressi della farmacologia e della diagnostica, infatti, è oggi possibile evitare che la madre contagiata dall’HIV trasmetta il virus al bimbo che porta in grembo, in particolare con speciali misure al momento del parto. Nel 2010 ogni giorno sono nati 1.000 bambini sieropositivi, un numero che si è ridotto a 700 nel 2012 e che continua a calare: l’obiettivo del 2015, di conseguenza, è tutt’altro che utopia.
Come già accennato, Apple dal 2006 partecipa alle iniziative di (RED) con la definizione di alcuni prodotti – ad esempio gli iPod o gli accessori – cui parte dei guadagni vengono donati alla ricerca sull’HIV o a progetti di recupero e sostentamento delle popolazioni sieropositive dei paesi poveri del mondo. In tempi recentissimi, giusto per fare un esempio, la Mela ha partecipato a una speciale asta di Sotheby’s presentando un Mac Pro RED completamente in metallo rosso, un pezzo unico venduto alla straordinaria cifra di 977.000 dollari. A questo si sono aggiunti un paio di EarPods d’oro rosa – 461.000 dollari – e una Leica progettata da Jonathan Ive da ben 1.805.000 dollari.
Quello della lotta all’AIDS è un tema tutt’oggi ancora attuale, nonostante gli strepitosi progressi della medicina. Una cura per debellare definitivamente il virus purtroppo ancora non esiste, ma la definizione di antiretrovirali sempre più efficaci e dagli effetti collaterali sempre più contenuti ha aumentato le speranze di vita dei sieropositivi, tanto che oggi nella maggior parte dei casi l’aspettativa di sopravvivenza non è di molto dissimile da quella dei sieronegativi. Purtroppo, sarà forse a causa della cronicizzazione dell’infezione e dalla minore attenzione conferita dai media tradizionali alla patologia, i contagi continuano a essere in costante aumento, soprattutto fra i più giovani.
Così come ricorda un’infografica elaborata da Arcigay Agorà sulla base dei dati dell’Istituto Superiore di Sanità, sono circa 4.000 le nuove diagnosi di HIV in Italia ogni anno – 79% gli uomini e 21 le donne – con ben il 37,5% delle scoperte quando il paziente è già in AIDS conclamata e il 55,8% a uno stadio avanzato dell’infezione. Dati che indicano come non solo il ricorso al test sia ancora troppo sparuto, ma anche come in molti non siano stati raggiunti dalla corretta informazione sulle modalità di contagio e sulle pratiche di prevenzione. Un fatto che è ancora più evidente dall’emersione di nuove categorie di soggetti a rischio, tra cui i giovanissimi – esclusi dalle campagne martellanti degli anni ’80 e ’90 – e gli adulti eterosessuali, la fascia più estesa di nuovi contagi. Oggi i casi di infezione derivano infatti dall’uso di siringhe infette nell’ambito della tossicodipendenza (5,3%), da rapporti omosessuali non protetti (37,9%), da rapporti eterosessuali non protetti (42,7%) e da altre fonti (14,1%).