Nel marzo scorso Google ha annunciato un avvicendamento al vertice del team responsabile di Android: fuori Andy Rubin, dentro Sundar Pichai. Per il primo dei due, tra i padri della piattaforma mobile, il coinvolgimento in altri progetti messi in cantiere dal gruppo californiano. La natura del nuovo impegno è stata svelata poche ora fa, con un intervento di Larry Page su G+ che pone all’attenzione su un articolo pubblicato dal New York Times.
Sono felice per il prossimo progetto di Andy Rubin. La sua ultima scommessa, Android, è nata come un’idea folle finendo col mettere un supercomputer in tasca a centinaia di milioni di persone. Siamo ancora all’inizio di questo nuovo cammino, ma non vedo l’ora di vedere cosa accadrà.
Il titolo è già di per sé piuttosto esplicativo: “Google investe sui robot, con l’uomo responsabile di Android”. Un ambito non del tutto inedito per il motore di ricerca, già impegnato da tempo nello sviluppo di prototipi come la Self-Driving Car. L’impegno di Rubin e della sua squadra potrebbe però focalizzarsi su altro, ad esempio sulla messa a punto di sistemi per l’automazione dedicati ai processi produttivi industriali, in particolare per quanto riguarda i compiti ripetitivi all’interno delle catene di montaggio oggi svolti dal personale.
Nulla di certo per il momento, considerato che da bigG non sono trapelate informazioni ufficiali. L’unica cosa certa è che, per avviare il progetto, Google ha portato a termine l’acquisizione di ben sette aziende giapponesi e statunitensi, operanti nei campi della robotica e dell’intelligenza artificiale. Nessun dettaglio sull’investimento economico dell’operazione o sulle tempistiche necessarie per vedere i primi risultati concreti. L’attesa non sarà comunque breve: ecco quanto dichiarato da Rubin.
Come in ogni progetto rivoluzionario, bisogna considerare il tempo come un fattore importante. Ci servono una pista per il decollo abbastanza lunga e una visione almeno decennale.
Un annuncio che arriva a solo un paio di giorni di distanza da quello di Amazon, che con Prime Air intende velocizzare le consegne della merce affidandosi ai droni. Non è da escludere che possa trattarsi di un progetto concorrente, ma valutando l’ampio raggio d’azione in cui opera oggigiorno il gruppo di Mountain View (dalla connettività alle piattaforme cloud, dall’universo mobile alle energie alternative) tutto è possibile. Per capire perché Google abbia scelto di affidarsi ad Andy Rubin per lo sviluppo dei propri robot basta dare uno sguardo al suo curriculum: prima di approdare a Mountain View ha lavorato per Carl Zeiss in qualità di robotics engineer, passando poi ad Apple negli anni ’90 come manufacturing engineer.