Tutto come da copione, AGCOM ha approvato il nuovo listino dei costi dei canoni di accesso alla rete in rame di Telecom Italia, cioè le tariffe che dovranno pagare gli operatori alternativi che forniscono servizi telefonici o ADSL sfruttando l’ultimo miglio di proprietà di Telecom Italia. Una decisione importante in quanto l’Autority ha delineato un nuovo tariffario con prezzi al ribasso che andranno a riflettersi irrimediabilmente sul mercato, consentendo una maggiore concorrenza e di riflesso anche tariffe più convenienti per i consumatori finali.
L’Autorità, tenute in massima considerazione le raccomandazioni della Commissione, nella convinzione di aver operato in piena coerenza con il quadro europeo vigente, ha ribadito le iniziali misure relative ai canoni di accesso alla rete in rame, ritenendo corretta la propria valutazione del costo del capitale. Sono pertanto confermate le riduzioni del canone ULL, da 9,28 a 8,68 euro/mese, e del canone bitstream, da 19,50 a 15,14 euro/mese. Risultano inoltre confermate le misure relative all’accesso agli armadi di strada di Telecom Italia (cd. street cabinet), misure che incentiveranno la competizione tra operatori infrastrutturati nella fornitura di servizi a banda ultra-larga su reti di nuova generazione.
Eppure, l’approvazione delle tariffe unbundling 2013 per l’AGCOM non è stato certo facile. La riduzione dei listini non è stata vista di buon occhio da Telecom Italia per il timore di vedersi ridurre gli introiti che avrebbero penalizzato l’ebitda di circa 110 milioni di euro. Anche l’Unione Europea si era detta contraria al nuovo listino, chiedendone una sua revisione. Il motivo? Per non penalizzare l’operatore con significativo potere di mercato, cioè sempre Telecom Italia, per consentirgli di ottenere un ragionevole ritorno sugli investimenti fatti nel corso del tempo.
Ma l’AGCOM ha saputo resistere alle pressioni, in particolare quelle da parte dell’Unione Europea ed è andato dritto per la sua strada approvando il nuovo tariffario, scegliendo una formula che fosse bilanciata per tutti i player del mercato italiano e non solo per uno. Scelta appoggiata, tra gli altri, dal Berec, che raggruppa tutte le Autorità nazionali.
Le reazioni
Come prevedibile, non sonpo tardate le reazioni alla scelta dell’AGCOM di confermare la scelta di abbassare i listini dell’unbundling. L’Unione Europea ha di fatto chiesto all’Autority di portare valide spiegazioni entro l’11 gennaio sul perché di questa scelta. Se le motivazioni non dovessero risultare convincenti, potrebbero essere valutate iniziative legali tra cui l’apertura di una procedura d’infrazione per il mancato rispetto della direttiva quadro europea su investimenti e concorrenza.
Anche Telecom Italia è intervenuta molto duramente e tramite comunicato stampa ha affermato di:
prendere atto della decisione odierna dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni di confermare la proposta di riduzione delle condizioni economiche di offerta 2013 dei servizi di accesso alla rete in rame, nonostante i puntuali rilievi formulati nella Raccomandazione della Commissione europea, e di riservarsi ogni azione idonea a tutela dei propri interessi.
Commenti completamente opposti da parte degli altri operatori. Vodafone, per esempio, si dice molto soddisfatta per la decisione dell’AGCOM:
Apprezziamo il grande lavoro e l’impegno dell’Autorità che con questa decisione ribadisce la volontà di aprire il mercato della telefonia fissa. Questa decisione darà grande impulso agli investimenti di Vodafone a beneficio di consumatori e imprese.