Apple si dissocia dalle indiscrezioni pubblicate la scorsa settimana dal Der Spiegel: nei computer e nei device a marchio mela non vi sarebbe alcuna backdoor installata dalla NSA per sorvegliare gli utenti. La società di Cupertino decide di passare al contrattacco con un comunicato stampa, forse stanca di essere trascinata al centro delle polemiche: l’azienda sarebbe vittima dell’agenzia federale statunitense tanto quanto i suoi stessi utenti.
Grande scalpore ha generato la notizia dell’installazione su computer e altri dispositivi di sistemi software per il tracciamento dell’utente, spesso tramite l’intercettazione di un ordine online, la modifica dell’hardware e l’inoltro successivo all’ignaro proprietario. Una pratica che la NSA si dice metterebbe in atto su target selezionati, superando di gran lunga i limiti di consuetudine per la salvaguardia della privacy degli utenti. Sebbene nessun produttore in particolare sia stato citato dallo scoop della testata tedesca sopracitata, Apple ha comunque voluto rilasciare un comunicato:
«Apple non ha mai lavorato con la NSA per creare backdoor nei propri prodotti, incluso iPhone. Inoltre, siamo ignari del presunto programma della NSA rivolto ai nostri dispositivi. Abbiamo a cuore profondamente la privacy e la sicurezza dei nostri clienti. Il nostro team lavora continuamente per rendere i nostri prodotti ancora più sicuri e facilitiamo gli utenti nel mantenere i software aggiornati con gli ultimi avanzamenti. Ogni volta che veniamo a conoscenza di tentativi per minare la sicurezza da leader del settore di Apple, investighiamo a fondo e intraprendiamo i passi appropriati per proteggere i clienti. Continueremo a utilizzare le nostre risorse per battere hacker malintenzionati e per difendere i nostri consumatori da attacchi di sicurezza, indifferentemente da chi vi sia alla base.»
In altre parole, Apple nega di aver mai collaborato con la NSA per il controllo degli utenti, tanto che l’azienda pare non sia a conoscenza delle Tailored Access Operations (TAO) – il sistema di intercettazione e modifica hardware accennato poc’anzi – condotte dall’agenzia statunitense. In particolare, sembra che in quel di Cupertino l’esistenza del programma “DROPOUTJEEP” – una tecnologia che prometterebbe di accedere a qualsiasi dato memorizzato su un iPhone – sia stata appresa con la stessa pubblicazione sul Der Spiegel: il gruppo ne sarebbe rimasto spiazzato tanto quanto i lettori di mezzo mondo. Se vi sono state delle violazioni, di conseguenza, sono avvenute senza il consenso né la consapevolezza della mela morsicata.