Facebook dice addio alla forma di inserzione pubblicitaria più controversa. Le “storie sponsorizzate”, cioè le inserzioni che sfruttano il grafo sociale dell’utente per creare una inserzione molto più targhetizzata, ma anche potenzialmente indiscreta, tramonteranno il prossimo 9 aprile.
L’indiscrezione si fonda sui commenti letti dalla roadmap degli sviluppatori, la pagina Facebook che ha confermato quanto era piuttosto prevedibile viste le pessime reazioni dentro il social network. Il cambiamento sarà radicale, anche se estetico: Facebook non rinuncia ai suoi algoritmi, ma alla forma della sponsored story, che fino ad oggi le ha fatto guadagnare la non straordinaria cifra (per le dimensioni di Facebook) di 230 milioni di dollari.
Non è trascorso neppure un anno dall’ultimo aggiornamento di questa inserzione nata tre anni fa, sulla quale Menlo Park ha investito molto, ma ormai era chiaro a tutti che la società stava soltanto pagando milioni di dollari di danni biologici e morali, in un paese, gli Stati Uniti, molto sensibile su questo tema e con avvocati esperti in class action.
Facebook ha comunque dato una spiegazione più understatement, evitando così di rinfocolare polemiche e dare ragione alle battaglie processuali, citando il passaggio alle inserzioni social:
Come annunciato a giugno, stiamo portando gli annunci personali ad annunci sociali, in un contesto sociale. Dato che questo passaggio rende le storie sponsorizzate ridondanti, non le offriremo più agli inserzionisti come unità autonoma di marketing.
Cosa cambia
In pratica, le storie sponsorizzate verranno ripubblicate / riciclate sul feed delle notizie e nelle colonne dedicate alla pubblicità, senza riferimento specifico all’amico e al suo like e soprattutto senza integrazione della sua foto profilo. Ma il grafo sociale e la capacità di Facebook di individuare pubblicità ideale a seconda dell’attività e degli interessi dell’utente ovviamente resta.