La tecnologia romantica sbarca agli Oscar 2014: tra le nomination dell’Academy per Miglior Film spicca infatti “Her”, la pellicola di Spike Jonze con protagonista Joaquin Phoenix e la voce di Scarlett Johansson. Una storia d’amore tra un umano e il suo sistema operativo intelligente, una cronistoria di una tecnologia futuribile, foriera di grandi cambiamenti ma anche di angoscia. Ecco perché un film come “Her” è tanto importante per il mondo dell’information technology, più di quanto non lo siano le produzioni di canonica fantascienza. E il dubbio sorge inevitabile: sarà davvero questo il futuro dell’uomo?
Theodore Twombly (Joaquin Phoenix) è un uomo solitario, un uomo che non riesce a darsi pace per la fine del suo matrimonio con Catherine (Rooney Mara), l’amore che l’accompagna sin dall’adolescenza. Autore per un sito web che si occupa di scrivere lettere romantiche per utenti poco dediti agli affetti, passa la sua giornata in compagnia di un dispositivo molto simile agli attuali smartphone. Tutti parlano con questo device – forse fin troppo ispirato a Siri di Apple – tanto da indossare costantemente un auricolare wireless pur di aver il loro maggiordomo in bit sempre a portata di mano. Finché sul mercato non apparirà OS 1.0, il primo sistema operativo dotato di intelligenza artificiale. Senza svelare troppo sulla trama, tra Theodore e Samantha – questo il nome che il sistema operativo sceglierà per se stessa – nascerà una profonda relazione, non priva di alti e bassi, fino a un epilogo dove sarà la tecnologia stessa a determinare il futuro di un’umanità non più in grado di decidere.
Il punto di forza della pellicola di Spike Jonze è la straordinaria lucidità nel descrivere un futuro possibile – “quel che potrebbe succedere domani” – un mondo tecnologico che da qualche tempo stiamo sfiorando e che fra qualche decennio sarà realtà. Sebbene non venga storicamente identificato, la realtà di “Her” è tutt’altro che lontana, potrebbe verificarsi tranquillamente nei prossimi 15-20 anni. E, proprio per questo, i dispositivi che vengono mostrati a schermo non sono affatto estranei allo spettatore: una sorta di smartphone evoluto, personal computer esteticamente simili a quelli attuali, console di videogiochi con proiettore olografico e riconoscimento dei movimenti, una sorta di evoluzione prossima della Kinect. Con l’unica differenza che, rispetto al presente, questi dispositivi pensano, si emozionano, hanno una personalità propria, vivono amicizie, amori, relazioni – anche sessuali – esattamente come farebbe un umano. Il tutto pur essendo privi di corpo.
Una similitudine che diventa contrapposizione, quella fra l’intelligenza artificiale e l’uomo, accentuata in modo geniale anche dalla scelta dei costumi. Sì, perché questi computer ultra-moderni si affiancano a uomini e donne dal look di ispirazione vagamente anni ’50 e ’60, un sapore retrò fatto da pantaloni a vita alta, camicie e maniche corte con taschino, baffi, ciuffi di lato e capelli impomatati.
Sono molti i livelli interpretativi che la pellicola apre, anche se non sempre li risolve. Innanzitutto l’angoscia: in un periodo storico dove l’intelligenza artificiale diventa sempre più fattibile, si è davvero consapevoli delle conseguenze? Come ci si deve comportare con una tecnologia che, per quanto sia nata per essere al nostro servizio, mostra emozioni, prova dolore ed è capace di amare? Poi, l’opportunità: quanto peserà sulla nostra socialità l’esistenza di dispositivi così immersivi e invadenti, quando già ora l’universo di smartphone, tablet e social network sembra più allontanare gli individui che avvicinarli? Infine l’etica: per quanto umano, è davvero accettabile innamorarsi di un computer?
Va infine detto come la tecnologia di “Her” non faccia paura, non almeno come il cinema ha abituato il pubblico fino a oggi. Le macchine intelligenti non si ribellano all’uomo, non diventano un mezzo per sottomettere l’umanità al loro volere – anche se potrebbero sempre farlo, essendo dotate di libero arbitrio. La tecnologia di “Her” è dolce, empatica, presente, amica. Ma, forse, non è fra i nemici che si nascondono le più pericolose insidie.
“Her” è stato presentato in anteprima al Festival del Cinema di Roma ed è già un successo di critica e pubblico in tutto il mondo. In Italia, tuttavia, non arriverà nelle sale prima del prossimo marzo.