Ha risposto in una live chat, ieri sera, parlando della NSA ma anche della sua vita di whistleblower ancora in attesa di sapere se mai potrà tornare in patria senza finire in galera per il resto della sua vita. Edward Snowden, tramite una live chat gestita da freesnowden.is, ha parlato con i molti che avevano, in giro per il mondo, tante domande e curiosità sulla questione Datagate.
Un controcanto, si può dire, allo speech – per molti deludente – di Barack Obama sulla riforma della NSA. Alle 21, in diretta, su #AskSnowden l’ex informatico della CIA, la fonte di tutte le rilevazioni sulle tecniche di sorveglianza globale dell’intelligence americana, ha condensato in 13 risposte molti argomenti sia globali che personali.
A proposito della sua condizione personale, Snowden ha ammesso di non sentirsi sicuro e di ritenere insufficiente la legge Usa, perché non protegge i contractor come lui che lavorano nella security:
Sembra fatta apposta per scoraggiare ogni denuncia anche dell’abuso più palese. Se avessi rivelato al Congresso ciò che sapevo mi avrebbero accusato di un qualche reato. Basta guardare al caso di Thomas Drake. Ciononostante ho fatto enormi sforzi per parlare di questi programmi ai colleghi, ai supervisori e a chiunque potesse ascoltare. Le reazioni sono andate dalla preoccupazione profonda allo sconcerto, ma nessuno voleva rischiare lavoro, famiglia e libertà. Il mio caso dimostra chiaramente che c’è bisogno di una riforma della legge di protezione delle fonti. Non avrei mai dovuto sacrificare così tanto per fare quello che anche il presidente Obama riconosce andava fatto.
Snowden è stato interrogato molto anche sui temi tecnici della sorveglianza globale, e le risposte hanno ribadito alcuni concetti a lui cari: la sorveglianza di massa avviene perché tecnologicamente possibile, non perché sia necessaria. E la NSA potrebbe tranquillamente evitare le tecniche a strascico senza diminuire la sicurezza.
Credo che una persona debba comporre un numero, fare un acquisto, spedire un sms, scrivere una email o visitare un sito senza pensare a cosa risulterà dalla memorizzazione di quelle attività. La NSA, così come il resto della rete di intelligence, ha tutti i mezzi per fare una sorveglianza mirata senza estenderla all’intera popolazione. Se abbiamo la tecnologia per introdurci in ogni dispositivo, compreso il telefono di Angela Merkel, non c’è scusa che tenga per sprecare tempo ad ascoltare le telefonate delle nonne in Missouri. (…) Non c’è giustificazione per continuare una pratica incostituzionale con una percentuale di successo antiterrorismo ferma allo zero per cento.
L’ultima considerazione da fermare nell’interessante domanda-risposta riguarda una possibile riforma, seria, dell’intelligence, che parta dal riconoscere che le norme nazionali non risolvono il problema della sorveglianza indiscriminata:
Serve un forum globale, finanziato globalmente, incaricato allo sviluppo dei protocolli di sicurezza che rafforzino la privacy, non tramite il diritto ma tramite la scienza e la tecnologia. Il modo più semplice per garantire la sicurezza delle comunicazioni di un Paese è renderle sicure a livello planetario, e questo significa standard migliori, migliore crittografia, migliore ricerca.