Una convenzione da più di mezzo milione di euro, più gli spiccioli. Provvedendo alla pubblicazione, da più parti richiesta e comunque doverosa, del piano attuativo del suo regolamento, l’Agcom ha reso pubblico anche il costo dell’affidamento della gestione informatica alla Fondazione UGO Bordoni: 533.958,88 di euro in tre anni, più le spese dell’autorità stessa. Non tutti sanno, infatti, che sarà la FUB a gestire la parte tecnica e non l’authority.
Con il comunicato di oggi, è più chiaro quanto emerso all’audizione due giorni fa davanti alle commissioni Cultura e Trasporti, cioè cosa comporta l’affidamento alla Fondazione Bordoni, con la quale l’Agcom è già convenzionata da tempo. Questa convenzione è stata rinnovata lo scorso ottobre, ora la partnership tecnica supporterà ciò che prevede il regolamento con capacità tecniche e competenze che l’Agcom da sola non aveva.
Come funziona la convenzione
Trattandosi di una cifra importante, è bene spiegare come funziona – o pensano di far funzionare – la convenzione. Il regolamento Agcom prevede azioni di una certa complessità, come l’oscuramento dei siti, dopo le segnalazioni dei detentori di diritti; introduce definizioni e concetti che andranno studiati e confrontati con le realtà del web sempre mutevoli; soprattutto necessita di una costante analisi dei feedback del procedimento. Tutto questo confluirà in un nuovo sito ed è facile immaginare quali flussi dovrà gestire e di quali particolari attenzioni (non sempre amichevoli) sarà oggetto. Motivo per cui l’Agcom ha preferito esternalizzare questo aspetto, lasciando per sé il ruolo di supervisore. Così dispone il contratto:
Considerate le professionalità tecnico-scientifiche e le esperienze maturate dalla Fondazione Ugo Bordoni nelle attività di ricerca e di approfondimento su argomenti di carattere tecnico, economico e regolatorio del settore delle comunicazioni, nonché le competenze scientifiche nelle materie inerenti alla predisposizione di sistemi informatici e di monitoraggio specificamente dedicati ai servizi di comunicazione elettronica, e valutata l’esigenza di avvalersi della Fondazione Ugo Bordoni per lo svolgimento di attività di studio, analisi di natura tecnica e scientifica, nonché di assistenza in relazione alle fasi applicative riguardanti il progetto esecutivo concernente la gestione informatica del regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica (…) La Fondazione Ugo Bordoni è incaricata di svolgere il progetto “Gestione informatica del regolamento in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica” (…) La durata del progetto è di tre anni. Il responsabile del progetto è la dott.ssa Maja Cappello, dirigente dell’Ufficio diritti digitali della Direzione Servizi Media. (…) I risultati del progetto esecutivo potranno essere utilizzati dall’Autorità e condivisi a vantaggio dell’intera collettività.
Chi paga?
Su chi paga e perché vale la pena soffermarsi. L’authority è sostenuta economicamente da tutti gli operatori della comunicazione elettronica, cioè da coloro che sono da lei regolati. Un aspetto interessante di questo modello, che alcuni contestano, è che nel momento in cui l’Agcom ritiene di occuparsi del diritto d’autore, allora anche i detentori, cioè gli editori, dovrebbero o potrebbero logicamente farne parte.
Invece non è così, dunque a pagare il regolamento saranno hosting, ISP e telco, cioè le stesse aziende che saranno chiamate a rispondere alle segnalazioni dei detentori di diritti e a provvedere velocemente (quando disposto) alle richieste. Tuttavia, così il contrasto alla pirateria viene pagato da coloro che già secondo regolamento sostengono dei costi – cercare e trovare la violazione, chiudere il sito, eventualmente ricorrere – mentre è gratuito per coloro che fortemente l’hanno richiesto e sponsorizzato e ne traggono beneficio.
Ovvio che parlando di violazione si parla di danno, quindi per il detentore di diritto è una restaurazione della norma, non un servizio, ma anche su questo, come su molto altro, non mancheranno le polemiche. Dalle parti degli avversari del regolamento, infatti, si agitano venti di battaglia e anche campagne di informazione.