Appaiono lontani i tempi delle contrapposizioni, quando Greenpeace accusava pubblicamente Apple per i materiali poco riciclabili utilizzati nei computer, così come – qualche anno dopo – per il cloud poco verde. Poco meno di 10 anni anni più tardi, non solo la Mela ha eliminato tutte le sostanze tossiche dai propri laptop, ma ha alimentato tutti i suoi data center con fonti rinnovabili. E mentre Apple conferma di aver abbandonato tutti i fornitori di tantalio acquistato dalle zone di guerra del mondo, Greenpeace applaude finalmente soddisfatta.
La notizia è di ieri, così come appreso dalla nuova versione del Supplier Responsibility Report: Apple ha deciso di non rifornirsi da produttori di tantalio – un minerale indispensabile per il funzionamento dei dispositivi elettronici – provenienti da zone di guerra. Il riferimento è in particolare al Congo, dove l’estrazione del metallo viene condotta in condizioni di completo schiavismo, spesso sfruttando bambini, in un clima di dittatura militare regolato dalla criminalità organizzata. E mentre il tantalio targato mela morsicata diventa etico, l’azienda fa passi da gigante anche nell’estensione delle fonti rinnovabili, così come nelle politiche di riciclo e riutilizzo dell’acqua. Un impegno profondo che ha stimolato il plauso di Tom Dowdall, Greenpeace Energy Campaigner:
«L’aumentata trasparenza di Apple sui suoi fornitori è diventata una peculiarità della leadership di Tim Cook della compagnia. Apple ha piegato i muscoli in passato per spingere i fornitori a rimuovere sostanze pericolose dai prodotti e per fornire più energia rinnovabile per i data center. E sta provando come lo stesso modello possa essere utilizzato anche per ridurre l’utilizzo di minerali da conflitto.»
L’organizzazione ambientalista ha colto l’occasione per invitare Samsung, e la grande varietà di produttori di dispositivi elettronici, a seguire l’esempio del rivale di Cupertino: in fatto di inquinamento e di etica, tutte le aziende si devono uniformare per il rispetto del Pianeta. E chissà che proprio il potere di Apple di influenzare il mercato non spinga i concorrenti a fare altrettanto.