In Italia si spende ogni giorno per fare turismo più del fatturato complessivo di tutte le startup che si rivolgono al settore. Basterebbe questo dato per capire quanto ancora ci sia da sviluppare nel turismo online – protagonista anche della BIT a Milano in questi giorni – e quali eccezionali possibilità economiche ed occupazionali riserva. Un buon esempio è Weekend-a-gogo, startup nata due anni fa e che si è concentrata su una nicchia particolare del turismo nella penisola: il fine settimana, l’esperienza speciale.
Andrea Elestici, CEO di Weekendagogo.it proviene a numerose esperienze sul travel, così come gli altri componenti di questa srl (diventerà una s.p.a) che ha ricevuto nell’estate del 2013 l’investimento da 450 mila euro da Principia SGR, al quale si sono aggiunti centomila euro dei 41 soci di questa creatura decisamente orientata all’estero. La ragione è ovvia: il settore dei viaggi ha superato a livello globale la soglia di un miliardo di clienti, con un dato in salita del 5% anno su anno; Google Travel ha rivelato che l’87% dei viaggiatori ha pianificato la propria vacanza utilizzando internet. Che si prenoti online o si reperiscano sul web le informazioni per partire, il dato di fatto è che la partita sarà in futuro sempre più legata alla rete. In questo scenario, le piattaforme di prenotazione online si danno battaglia in un settore iper-competitivo e la componente innovativa diventa sempre più essenziale per spiccare.
La piattaforma italiana innova partendo dall’esperienza del viaggio e dal target che si è imposta: il viaggiatore che ha già visto le città principali, i musei, che ha già pernottato per lunghi periodi, e che ora cerca l’agriturismo introvabile, l’angolo magico, il percorso enogastronomico fuori dai soliti circuiti. Così il sito è di fatto un social/e-commerce di pacchetti weekend tematici, scelti o creati dagli stessi utenti e da esperti.
La startup, con sede a Napoli, applica gli strumenti social allo specifico segmento: gli utenti registrati hanno la possibilità di trovare pacchetti weekend di varie tipologie, come quelli romantici, enogastronomici, sportivi, divertimento, scontati fino all’80% del prezzo grazie ai Wagg Coin, buoni sconto del valore di 1 euro utilizzabili in qualsiasi momento e per qualsiasi prodotto. L’utente guadagna Wagg Coin in funzione delle sue azioni social e degli acquisti che effettua o fa effettuare agli amici.
Esattamente come raccontato con restOpolis, questi modelli di business sono forse meno digitali, startuppari nel senso modaiolo del termine, però funzionano a meraviglia, soprattutto in Italia. Quando si distribuisce un’offerta da parte di un’operatore e il lavoro della startup è alimentarla socialmente e fornire strumenti di ricerca personalizzata, c’è un solo modo di sbagliare: non conoscere il settore nel quale si opera. Come lo stesso Elestici conferma a Webnews:
Non esiste forse settore più complicato del travel online, oggi: è corretto?
Senza alcun dubbio. Un solo dato: le startup ben finanziate che si occupano di turismo in Italia si contano sulle dita di una mano. Il gap tra le potenzialità e gli investimenti fatti è impressionante e le ragioni sono due: scarsa competenza sul settore negli incubatori, e paura di finire in un ambiente tosto.
La stessa weekendagogo nasce dalle ceneri di altre società…
Ci sono voluti diversi prototipi per trovare il modello giusto, l’idea giusta. Alla fine, abbiamo compreso che non si poteva chiedere all’operatore di vendere un fine settimana low cost, perché non si tratta di un’esperienza da valutare secondo il criterio dei lastminute, dei coupon: abbiamo virato sulla qualità mantenendo il classico sistema “prenota oline paga l’albergatore”. Che, poi, sarebbe il caso di ricordare che è il sistema inventato da noi italiani. La più clamorosa exit è quella di Venere, non a caso (Venere fu acquisita da Expedia per la cifra monstre di 200 milioni di euro, ndr).
Il booking è settore diverso dal traveling, di cui comunque fa parte. Molti operatori lamentano lo strapotere dei siti, la mancanza di autonomia nei prezzi. Come vi ponete?
I grandi portali di viaggio e di recensioni potrebbero presto essere spazzati via da Google, che secondo me farà con questi servizi quello che ha già fatto coi voli aerei negli Stati Uniti. Noi ci poniamo come realtà che punta su qualcosa che il motore non ti può dare: il criterio speciale e la selezione. Ci crediamo così tanto, che abbiamo inaugurato anche il contest 52weekend per dimostrare che si può fare un progetto di valorizzazione dei territori a costo zero.
L’Expò 2015 sarà un’occasione?
Sono tremendamente deluso dall’Expò. Ci siamo andati pochi giorni fa e abbiamo scoperto che non è praticamente possibile per una startup partecipare con la sua idea, il suo prodotto. I bandi sono come minimo da 5 milioni di euro, una follia, stanno lasciando fuori la creatività italiana, le piccole ma ricche idee per valorizzare il turismo nel paese. Mi spiace dirlo, ma l’Expò non crede nelle startup turistiche.
52 settimane, 52 weekend
Il progetto 52weekend non sarà milionario come l’Expò ma è effettivamente molto interessante, molto “italiano”. L’obiettivo è quello di promuovere e fare conoscere mete e avvenimenti turistici magari poco noti, ma unici nel loro genere. Funziona così: chiunque può segnalare l’evento weekend preferito e votare quelli di altri utenti o le migliori segnalazioni delle aziende di promozione turistica. Lo staff di Weekend-a-gogo pubblicherà ogni settimana la Top 10 degli appuntamenti più votati, realizzando poi un reportage del weekend che avrà ottenuto il maggior numero di preferenze, con l’intento di far conoscere a un pubblico più vasto possibile le bellezze e le curiosità imperdibili del Belpaese.