L’acquisizione di WhatsApp portata a termine da Facebook ha tutte le potenzialità per smuovere i delicati equilibri che oggigiorno regolano l’universo social. Il gigante dei portali 2.0 ha allungato le mani su una delle applicazioni per le chat più utilizzate in ambito mobile, mettendo sul piatto un investimento da ben 19 miliardi di dollari. È il regalo che Mark Zuckerberg ha deciso di concedersi in occasione del decimo compleanno della sua creatura.
Il social network in blu non è stato però la prima realtà ad essersi interessata a WhatsApp. Poco meno di un anno fa anche Google ha provato a fare suo il team e il brand dell’app, offrendo un miliardo di dollari. Il gruppo di Mountain View sarebbe poi tornato alla carica più di recente, in autunno, con un’offerta alquanto particolare: avrebbe pagato lo sviluppatore per essere informato di eventuali trattative con altre aziende finalizzate all’acquisizione. In questo modo bigG avrebbe potuto controbattere a quanto offerto dai propri rivali con una somma più alta, dando vita ad una vera e propria asta. La proposta è però stata rifiutata e i risultati sono oggi sotto gli occhi di tutti.
Lo ha riferito sulle pagine del sito The Information una fonte rimasta anonima, ma coinvolta nella trattativa. Il rumor, non ancora commentato (né smentito) dal motore di ricerca, è poi stato confermato da altre due persone a conoscenza dei fatti. Questo dimostra quanto WhatsApp sia ben più di una semplice applicazione per inviare e ricevere messaggi gratuiti: è un colosso in grado di attirare a sé oltre 450 milioni di utenti ogni mese, che ha contribuito al lento ma inesorabile declino degli SMS come mezzo di comunicazione.
Google è dunque destinata a restare fuori dai giochi? Non necessariamente. In ambito mobile ci sono alternative anche più diffuse e utilizzate di WhatsApp, a patto che non si tenga in considerazione esclusivamente il mercato occidentale. WeChat, ad esempio, secondo le statistiche aggiornate al novembre scorso ha addirittura un numero maggiore di iscritti, molti dei quali provenienti dalla Cina e da altri paesi asiatici. Anche LINE sta crescendo rapidamente, seguita da ChatOn con numeri però più contenuti.