Sfuma per l’ennesima volta il tentativo di Wind e 3 Italia di aggregarsi per formare un nuovo operatore di telefonia mobile. Sino a pochi giorni fa si rincorrevano prepotentemente voci di una possibile fusione tra i due operatori con 3 Italia, in particolare, che avrebbe rilevato dal gruppo Vimpelcom la quota di maggioranza dell’operatore arancione. Purtroppo oggi, arriva la parola fine alle trattative tra i due gruppi.
A riferirlo direttamente Jo Lunder, CEO di Vimpelcom che ha specificato come al momento non sia necessario prendere alcuna decisione. I tempi dunque non sarebbero sufficiente maturi per la fusione tra i due operatori di telefonia. Ma dal quotidiano La Stampa arriverebbero invece le reali motivazioni sul perché del mancato accordo. Secondo fonti finanziarie, il mancato accordo sarebbe da ricercarsi in un problema di prezzo e di valutazione degli asset di Wind e di 3 Italia. Un problema ben noto e ricorrente tra i due operatori. Sempre per questo motivo sarebbero saltate infatti anche tutte le precedenti trattative.
Questa volta però i giochi sembravano ben diversi con i due operatori seduti per alcuni mesi al tavolo delle trattative dove però Li Ka Shing (Hutchison Whampoa – 3 Italia), Mikhail Fridmann (Vimpelcom – Wind) e gli azionisti di Telenor (Wind) non sembrano aver trovato finalmente un accordo.
L’eventuale fusione tra i due operatori avrebbe permesso la nascita di un nuovo soggetto in grado di competere maggiormente nel complesso mercato della telefonia mobile italiana e sopratutto di sostenere gli ingentissimi investimenti necessari per la realizzazione dei nuovi network 4G. Fusione che sarebbe piaciuta anche agli addetti del settore che da tempo ripetono che per il mercato sia necessaria una fase di consolidamento con fusioni per la creazione di nuovi macro soggetti, in quanto oggi non ci sarebbe più spazio sufficiente per tutti.