L’acquisto di una stampante 3D è oggi decisamente più accessibile rispetto a qualche anno fa: con meno di 1.000 euro è possibile mettere sulla propria scrivania un dispositivo capace di creare qualsiasi oggetto in tre dimensioni. Si parla comunque di un investimento, per quanto contenuto, che in un modo o nell’altro è bene far fruttare. Una delle possibilità offerte dalla Rete prende il nome di 3D Hubs.
Lanciato nell’autunno scorso, si tratta di un sito che mette in comunicazione coloro che sono in possesso di una stampante 3D con chi ha la necessità di utilizzarla. Una sorta di social network, dunque, con tanto di mappa territoriale che aiuta a capire quanto dista il punto più vicino per la stampa. Ovviamente il servizio ha un prezzo, deciso da chi lo fornisce e maggiorato di un 15% dai gestori della piattaforma che in questo modo ne incassano la commissione. A loro spetta la mediazione tra domanda e offerta, così come la revisione dei progetti caricati che saranno poi dati in pasto alle stampanti una volta portato a termine il pagamento.
L’ultimo step è rappresentato dalla consegna del prodotto finito, oppure dalla sua spedizione nel caso in cui non fosse possibile effettuare il ritiro di persona. A lanciare l’idea sono stati Bram de Zwart (CEO) e Brian Garret (CTO), due ex dipendenti del gruppo 3D Systems, una delle prime realtà attive in questo ambito.
Un altro aspetto interessante di 3D Hubs è quello che riguarda le sue community. Le città con un certo numero di stampatori (almeno 10 in Europa, dai 20 in su negli Stati Uniti) vengono contrassegnate come “certificate” e ad uno di questi viene assegnata la carica di “sindaco”. Il prescelto sarà così incaricato di organizzare eventi locali dedicati alla stampa in tre dimensioni, mettendo in comunicazione tutti i protagonisti di questo universo in forte crescita, ovvero gli utenti, gli operatori e i semplici appassionati.
Il servizio conta già centinaia di profili attivi anche nel nostro paese: solo a Milano (e dintorni) sono oltre 60, quasi 40 a Roma, 18 a Napoli e un paio a Palermo. Ovviamente i numeri sono destinati a crescere, complice una sempre più capillare diffusione sul mercato dei macchinari, spinta anche da una generale riduzione dei prezzi per l’acquisto di stampanti e materiali.