Jonathan Ive si concede al Sunday Times per una rara intervista, considerato come il guru del design Apple non gradisca parlare in pubblico o essere al centro dell’attenzione. E ne ha un po’ per tutti, da coloro che cercano disperatamente di ispirarsi alla Mela producendo device di bassissima qualità, a chi compie furti a tutti gli effetti. È un Ive determinato, sicuro del proprio lavoro e forse anche irritato dal vedere come i concorrenti spesso preferiscano attingere a piene mani da Cupertino anziché proporre qualcosa di nuovo e originale.
L’intervento inizia con un prezioso excursus sulle modalità di lavoro del designer. Quando si trova a dover progettare un nuovo dispositivo, Ive pare non inizi lo sviluppo partendo dalle forme che desidera raggiungere, bensì dalle funzioni del device stesso. Questo perché l’estetica di un dispositivo non deve essere d’intralcio alle funzionalità del prodotto, anzi le dovrebbe esaltare e rendere più semplici. Superata questa prima fase, si passa alla cura dei dettagli, un lavoro che può richiedere anche dei mesi, perché tutto deve essere perfetto. Apple vuole consegnare ai propri consumatori degli strumenti di qualità, non dei prodotti dozzinali così come spesso accade fra i competitor:
«Siamo circondati da oggetti anonimi e malamente creati. È allettante credere così sia perché alle persone che li usano non importa – così come a coloro che li progettano. Ma quel che abbiamo dimostrato è come il design sia importante per le persone. […] Creiamo e vendiamo un grande numero di prodotti bellissimi (si spera) e ben fatti. Il nostro successo è una vittoria di purezza e integrità.»
E sarà forse per questo, per l’impegno che Apple accorda alla realizzazione di un singolo prodotto, che Ive decide di scagliarsi contro chi copia il design della mela morsicata, definendoli “ladri” senza secondi ripensamenti. Perché non si tratterebbe semplicemente di prendere ispirazione da un design, è l’appropriazione indebita di anni di incessante lavoro:
«È un furto. Non si tratta di copiare un design, ma migliaia e migliaia di ore di lotte e sforzi.»
Come prevedibile, interrogato sugli imminenti iWatch e Apple TV il designer non ha voluto rispondere, tanto per non violare quel vincolo alla segretezza con cui Cupertino ha ormai abituato la propria clientela. La domanda sorge però spontanea: il fatto che Tim Cook e Jonathan Ive siano tanto evasivi sui due prodotti, è indirettamente una conferma del loro arrivo?