iPhone 5C e iPad Mini sono un successo senza pari per Pegatron, azienda destinata a lavorare sempre più estensivamente al fianco di Apple, forse rubando spazio al partner canonico Foxconn. È tempo di rivoluzioni per l’azienda di Cupertino, anche in fatto di fornitura e assemblaggio.
In una conferenza per gli investitori tenutasi in mattinata, Pegatron ha svelato i risultati fiscali per l’ultimo quarto del 2013, un trimestre che ha visto un boom nella produzione di device da taschino, in particolare quelli targati mela morsicata. Sebbene la società non abbia svelato quanti iPhone 5C e iPad Mini siano stati prodotti, dati i vincoli di segretezza stretti con Apple, pare che i due terminali abbiano contribuito a innalzare di 22 punti percentuali i guadagni del quarto rispetto all’anno precedente. Il tutto mentre altri prodotti elettronici, come le console di gaming, vedono invece un calo del 15-20%, anche se si tratterebbe di una normale contrazione stagionale.
Già Ming-Chi Kuo di KGI Securities, uno degli analisti ultimamente più affidabili sul mondo di Cupertino, aveva predetto come tra Pegatron e la Mela si sarebbe instaurato un solidissimo rapporto di collaborazione. Tanto che si stima entro la fine dell’anno gli ordini Apple possano costituire il 40% di tutte le attività del partner asiatico. Questo significa che il cerchio dei produttori si sta restringendo, fino a sottrarre terreno ai due collaboratori fino a oggi più gettonati: Foxconn e Samsung. Apple da tempo lascia intendere di voler tentare nuove strade sul fronte della fornitura e, a quanto pare, starebbe dirottando gli ordini dalle due tradizionali società proprio a Pegatron e a TSMC. E le attenzioni degli analisti sono oggi tutte puntate sul futuro iPhone 6: il device, infatti, potrebbe essere il primo a vedere la parte maggiore degli ordini ad appannaggio di Pegatron, il tutto a discapito di Foxconn. Non resta allora che attendere le mosse di quest’ultimo nei prossimi mesi, sebbene l’azienda qualche tempo fa abbia affermato di “avere un futuro oltre Apple”. Sarà davvero così?