Nest è stato uno dei primi dispositivi a diffondere su larga scala il concetto di smart home, in particolare per quanto riguarda l’incontro tra l’universo mobile e Web con i principi legati al risparmio energetico. Per chi non lo sapesse, si tratta di un termostato intelligente, capace di apprendere usi e abitudini degli utenti, così da regolare automaticamente la temperatura nell’abitazione riducendo al minimo i consumi e, di conseguenza, anche gli sprechi.
Un progetto tanto interessante da attirare l’attenzione di Google, che nel mese di gennaio ha portato a termine l’acquisizione della società fondata da Tony Fadell, a fronte di un investimento economico pari a 3,2 miliardi di dollari. Con tutta probabilità la tecnologia verrà impiegata dal gruppo di Mountain View per rimpiazzare EnergySense, il cui supporto terminerà nei prossimi giorni.
Nest si trova oggi a dover fare i conti però con l’accusa di malfunzionamento mossa da Justin Darisse, un utente del Maryland, che dopo aver comprato il dispositivo su Amazon per 249,99 dollari è rimasto decisamente poco soddisfatto dell’acquisto, tanto da intentare una causa legale nei confronti del produttore. Secondo il suo parere, il termostato non mantiene le promesse: ecco quanto riportato nella denuncia.
La base di Nest e la mascherina frontale si riscaldano, portando ad una lettura sbagliata della temperatura, da un minimo di due fino a dieci gradi di differenza rispetto a quella reale della stanza. Questo difetto impedisce al termostato di funzionare correttamente. Come risultato, gli utenti Nest non possono beneficiare del risparmio energetico pubblicizzato.
Darisse ha chiesto alla corte di poter trasformare l’atto in una class action, per dare voce anche alle altre persone che hanno riscontrato lo stesso problema. La richiesta di risarcimento è pari a 5 milioni di dollari, da dividere fra tutti coloro che sono rimasti delusi da Nest. Interpellato sulla questione, il produttore per il momento ha scelto di non rilasciare dichiarazioni. Va precisato che non è da escludere l’ipotesi di un’unità difettosa finita nelle mani sbagliate.