Sembrava ormai fatta per Facebook e invece Google ha dato la zampata decisiva: i droni della Titan Aerospace non partiranno da Menlo Park, ma da Mountain View. Trattasi di una acquisizione di grande importanza poiché conferma sia la sfida in atto tra i due grandi gruppi, sia la focalizzazione che Google sta ponendo sulla connettività come strumento per la colonizzazione di mercati fino ad oggi nemmeno raggiunti dal mondo del Web.
Era l’inizio di marzo quando l’operazione sembrava ormai fatta per Facebook: per 60 milioni di dollari circa il gruppo di Mark Zuckerberg era pronto a mettere le mani su una startup che si è fatta conoscere per i suoi droni volanti con ali ricoperte di celle fotovoltaiche. Tali strumenti, in grado di volare autonomamente anche fino a 5 anni consecutivi, consentirebbero di avere nella stratosfera una serie di ponti mobili da sfruttare per portare la connettività sul territorio sottostante. Google, insomma, potrà creare una rete propria di droni che, superando gli ostacoli terrestri per la creazione di una rete via cavo o con ponti radio di difficile gestione, coprirebbe dall’alto territori fino ad oggi mai raggiunti dalla rete tradizionale. Facebook, per contro, si deve accontentare della Ascenta, gruppo rivale con base nel Regno Unito (per il quale ha sborsato però un terzo della cifra).
Non è noto quanto Google abbia pagato per chiudere l’affare, ma è trapelato il fatto che la scelta della Titan Aerospace fosse orientata verso la miglior monetizzazione: Google ha quindi offerto più dei 60 milioni offerti da Facebook, sebbene non sia noto a quale soglia si sia arrestata l’asta tra le due parti.
Per Google è questo un progetto che va a integrarsi assieme a molti altri tasselli già in essere. Il gruppo sta infatti sviluppando anche l’idea di portare connettività tramite palloni aerostatici, il che potrebbe conferire nuova ricchezza alla rete flottante che il gruppo intende portare nei cieli (chissà che l’affitto di un hangar della Nasa non abbia a che vedere con tale prospettiva). Ma non solo: il team della Titan Aerospace dovrebbe collaborare anche con i laboratori Makani, con i quali Google intende portare avanti lo sviluppo di energia tramite turbine che sfruttano il vento e che intendono portare l’energia eolica a un livello competitivo con quello dei carburanti fossili. Facile inoltre supporre un ruolo specifico di strumenti quali il Solara 60 nello sviluppo dei servizi mappali di Mountain View, nonché progetti ulteriori con i quali Google andrebbe a sfruttare al meglio quello che è un fronte del tutto nuovo della propria attività.
Nell’annunciare l’avvenuta operazione, la Titan Aerospace spiega che gli ambiti di sviluppo sui quali lavora il gruppo sono oggi soltanto all’inizio del proprio percorso e che molta strada vada ancora compiuta. Tali idee embrionali saranno ora portate avanti sotto l’ala protettiva del denaro di Google, con il quale si potrà investire ulteriormente in ricerca e sviluppo per continuare a credere in nuove idee per la riduzione del digital divide, la sostituzione dei carburanti fossili e la lotta alla deforestazione.
Grosse ambizioni, insomma, che vanno a confluire nel cosiddetto Google X guidato da Astro Teller, laddove le più grandi chimere tentano di diventare realtà: dai Google Glass alle auto che guidano da sole, passando ora anche per droni solari per la connettività universale da 1Gbps.