Con il lancio di iPhone 5S, Apple ha introdotto sul mercato il primo smartphone di largo consumo con processore a 64 bit. Spiazzando i rivali, che mai si sarebbero attesi una simile mossa e dubbiosi sulla portata di questa strategia, anche i competitor stanno cercando di adeguarsi. Ad esempio, nel 2015 usciranno sul mercato i primi Snapdragon con la stessa architettura. A commentare la lungimiranza di Cupertino è però un soggetto insolito, TSMC: il nuovo partner di Apple, non ancora ufficializzato, ha deciso di sbilanciarsi.
A parlare è Mark Liu, co-CEO dall’azienda di Taiwan, durante la recente conferenza con gli investitori per i risultati fiscali dell’ultimo anno. E, senza svelare i possibili accordi futuri con l’azienda di Cupertino, la società si butta in un elogio dell’ormai assodato partner.
«Se si osserva l’industria mobile, negli ultimi sei mesi si nota la conversione ai 64 bit per i processori, dopo l’annuncio dell’A7 a 64 bit di Apple.»
Effettivamente sembra proprio che il mercato abbia deciso di invertire rotta grazie al lancio di iPhone 5S, sebbene di primo acchito molte società abbiano schernito Apple per questa strategia. Il passaggio ai 64 bit è stato definito inutile, pretenzioso, una dimostrazione di forza. Eppure Qualcomm è pronta a rilasciare i suoi processori mobile a 64 bit entro il 2015, Mediatek si dice ormai prossima a far altrettanto.
TSMC svela anche le conseguenze sull’azienda della collaborazione con la mela morsicata, sebbene il nome di Apple non venga mai fatto esplicitamente:
«Questa è una delle più grandi mobilitazioni nella storia dei semiconduttori. In un anno abbiamo messo in campo un team di 4.600 ingegneri e 2.000 operatori in due stabilimenti».
Non è però tutto: dopo aver strappato a Samsung l’esclusiva – collaboratore ormai datato di Apple, pronto comunque a prendere parte anche nella produzione degli A8 – TSMC promette di essere al lavoro su tecnologie di miniaturizzazione elettrizzanti per l’universo dei dispositivi mobile. Il riferimento è a processori a 16 nanometri dal bassissimo consumo energetico, utili per rendere smartphone e tablet ancora più performanti, ma meno avidi di batteria. Si dovrà attendere almeno un biennio, però, per vederli sul mercato.