David Fincher è uscito di scena, è tempo di trovare un nuovo regista e possibilmente anche un nuovo attore. Deve essere stato questo il pensiero di Sony, la casa di produzione che si occuperà di realizzare il biopic su Steve Jobs in base alla sceneggiatura stilata da Aaron Sorkin. E all’orizzonte si intravedono due nomi decisamente curiosi: quello del regista Danny Boyle e dell’attore Leonardo DiCaprio.
La notizia è relativamente recente, il suo prosieguo invece inaspettato. David Fincher, il regista che in “The Social Network” ha collaborato proprio con Aaron Sorkin, sarebbe stato accompagnato alla porta senza troppi complimenti, date le richieste giudicate impraticabili. Pare infatti Fincher abbia richiesto 10 milioni di dollari anticipati rispetto agli esiti al botteghino, a cui si è aggiunta la possibilità di controllare direttamente il marketing della pellicola. Un fatto poco gradito da Sony, che vorrebbe invece un compenso che sia commisurato egli effettivi riscontri del pubblico.
Così come spiega l’Hollywood Reporter, la casa di produzione avrebbe quindi deciso di orientarsi altrove. Emerge innanzitutto il nome di Danny Boyle, il regista di cult come “The Millionarie” e “Trainspotting”, ma anche quello di Leonardo DiCaprio, con all’attivo già un’esperienza proprio con Boyle in “The Beach”. Una scelta che, sebbene non sia stata ancora confermata, ha già sollevato molti dubbi fra gli utenti dei social network.
Non è dato sapere che fine abbia fatto Christian Bale, l’ex Batman inizialmente designato come valido interprete di Steve Jobs, nonostante voci di corridoio indichino nell’attore la volontà di prendersi un periodo di pausa dalle scene. Leonardo DiCaprio, tuttavia, appare una scelta forse azzardata per interpretare il co-fondatore di Apple: oltre alla somiglianza fisica carente, l’ex iCEO potrebbe risultare un ruolo troppo sui generis rispetto a quelli interpretati dal divo hollywoodiano fino a oggi. Chissà, però, che proprio Jobs non porti il primo e bramato Oscar all’attore. Più miti, invece, le critiche a Boyle, regista decisamente amato dal grande pubblico: il suo piglio visionario, fatto di scene spesso tra il movimentato e il claustrofobico, non sarà un po’ troppo anche per Steve Jobs?