L’Autorità garante per le comunicazioni sta procedendo a man bassa col suo nuovo regolamento, vigente dallo scorso 31 marzo, per bloccare i siti colpevoli di violazioni sul diritto d’autore. La prima vittima designata è molto nota: si tratta del sito cineblog01, già sotto sequestro per una indagine delle fiamme gialle e ora oggetto di un provvedimento che, a meno di ravvedimenti, determinerà il blocco per gli utenti italiani.
Il nome di cineblog01 era già emerso dall’elenco dei siti del maxi sequestro di marzo. All’epoca, dopo un ripensamento degli inquirenti e il banale cambio di DNS e di estensione – da cineblog01.net a cineblog01.tv – si era tutto sciolto in una bolla di sapone. Un risultato piuttosto deludente, che ha portato di nuovo all’attenzione le critiche a questo regolamento e all’Agcom, che rischia soltanto di frapporre ostacoli più o meno funzionali (e coerenti con il rispetto della neutralità della rete) all’attività di navigazione che dev’essere libera in Rete. Stante naturalmente il processo giudiziario in corso.
Il provvedimento di Agcom
Ora però è partito il nuovo provvedimento ai sensi dell’articolo 8 del regolamento, su istanza formale del detentore dei diritti del film “Come il vento” depositata il 7 aprile. Dato che l’iter prevede, in caso di siti all’estero (cineblog01 risulta a Panama), pochi giorni per adeguarsi – ne restano due – pena l’inibizione, e dando per scontata la natura di questi siti, è altamente probabile che da lunedì in Italia non sarà più possibile raggiungere questo sito, uno dei più famosi e visitati del settore streaming e download di film.
Dalle verifiche condotte sul medesimo sito è risultata, altresì, l’effettiva presenza di una significativa quantità di opere digitali che il soggetto istante FAPAV dichiara essere di titolarità dei propri associati e dunque diffuse in violazione della citata legge n. 633/41. Inoltre, è stato rilevato che le opere oggetto di istanza sono tutte recenti e, in taluni casi, tuttora in corso di programmazione nelle sale cinematografiche. Questi elementi hanno indotto la Direzione a ritenere che i fatti stessi potessero configurare un’ipotesi di violazione grave e di carattere massivo.
Con la violazione grave e massiva scatta il procedimento abbreviato, dunque, una volta spedite le mail al gestore del sito, l’autorithy ha le carte in regola per adempiere alla denuncia ricevuta chiedendo ai prestatori di servizi la disabilitazione dell’accesso al sito: in soldoni, il blocco dei DNS.
Il commento di Fulvio Sarzana
L’avvocato Fulvio Sarzana, giurista esperto della materia del copyright in Rete e critico acerrimo del regolamento Agcom (contro il quale ha contribuito lavorando al ricorso al TAR), ha così commentato sul suo blog:
Le ricerche effettuate da AGCOM, come appare immediatamente dal testo del provvedimento, sono a tutti gli effetti indagini di polizia giudiziaria che non vengono compiute però da nessuna forza di polizia, come la nostra Costituzione prescrive. Il provvedimento si sovrappone in maniera speculare a quanto fa la Magistratura in sede penale e a quanto effettuato in tutte le indagini sinora svolte dalla polizia giudiziaria.
Sul sito pende infatti già un procedimento ad opera della Procura della Repubblica di Roma di un mese e mezzo fa, e, sono dunque in corso indagini penali per le stesse identiche condotte e per lo stesso identico sito. AGCOM non ha nemmeno aspettato il termine di dodici giorni previsto dal Regolamento per l’emissione dell’ordine, come previsto dal punto d dell’art 9 del Regolamento da essa stessa emanato.