Apple ha annunciato ieri sera, fuso italiano, i risultati fiscali per il Q2 2014, ovvero il periodo che per l’azienda di Cupertino corrisponde al trimestre tra gennaio e marzo. E i dati superano lievemente le aspettative degli analisti di borsa, fatta eccezione per Katy Huberty di Morgan Stanley, la quale ha correttamente predetto dei successi in crescita per la società. Tra i fattori degni di nota, l’ottima performance di iPhone, il piccolo rallentamento di iPad e annunci importanti per quanto riguarda le azioni.
Si parta subito con i dati fiscali, quelli che già da questa mattina andranno a influenzare il mercato di Wall Street. Il fatturato del trimestre ammonta a 45,6 miliardi di dollari, con un profitto di 10,2 miliardi. Quasi tre miliardi in più rispetto alle previsioni della vigilia, con gli analisti pronti a scommettere su un fatturato attorno ai 42 milioni di dollari.
A tener testa nel business di Cupertino è sempre la vendita degli iDevice, con un 66% di tutte le distribuzioni effettuate al di fuori dei confini degli Stati Uniti e con iPhone che continua a segnare cifre da record: sono ben 43,7 i milioni di esemplari venduti, per un aumento di 17 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Come ormai consuetudine, il dato è aggregato: non è dato sapere a quanto ammontino singolarmente gli acquisti di iPhone 5S e iPhone 5C, sebbene pare sia proprio il top di gamma a guidare l’intero mercato targato mela morsicata.
iPad segna invece una flessione: sono 16,35 milioni i device piazzati, con un calo del 16% rispetto al 2013. Le motivazioni non sono ben note, ma a giocare a sfavore di Cupertino potrebbero esservi i problemi di produzione per iPad Mini con Display Retina, protratti per diverse settimane sin dalla fine dello scorso anno. Va inoltre considerato come i primi tre mesi siano solitamente i meno gettonati per il tablet di Apple, complici anche le vicine feste natalizie, e anche come iPad goda di un ciclo di vita più lungo – quindi di un tasso di ricambi inferiori – rispetto al melafonino.
Il comparto Mac si mantiene sostanzialmente stabile, con 4,4 milioni di esemplari venduti. Nulla di inaspettato, in realtà, considerato come l’unico nuovo prodotto della linea sia il costoso Mac Pro e come, ovviamente, il boom vi sarà non appena verranno presentati i nuovi modelli di MacBook Air, MacBook Pro e iPad. Nel frattempo gli iPod continuano a diminuire – ben oltre il 51% in meno rispetto all’anno precedente – e si avviano probabilmente a quella morte da tempo annunciata. Ben più invitante è invece la performance di Apple TV che, sebbene si conoscano dati unicamente globali, è stata scelta da ben 20 milioni di consumatori dal suo primissimo lancio.
Oltra alla mera cifra, Apple ha annunciato l’intenzione di avviare un programma di buyback delle azioni per un totale di 90 miliardi di dollari, a cui si aggiungerà uno split delle stesse con un rapporto 7 a 1. Questo significa che, a livello esemplificativo, chi ha acquistato un’azione della Mela se ne ritroverà 7 nel proprio portafoglio titoli, ovviamente di valore nominale ridotto pur mantenendo il precedente complessivo. Infine, qualche previsione sul futuro da parte di Tim Cook:
«Stiamo ardentemente cercando di introdurre più prodotti e servizi che solo Apple può portare sul mercato.»
Il riferimento è a iWatch?