Apple ha un asso nella manica, capace di garantirle per lungo tempo un’esclusiva sul mercato: lo zaffiro. Proprio così: il vetro super-resistente che la società starebbe producendo in quel di Austin per iPhone 6, in collaborazione con GT Advanced, costituirà un vantaggio competitivo sui rivali. Ed è pronto a rivoluzionare l’intero settore di smartphone e altri device da taschino.
Non è di certo un segreto: la Mela – sarebbe meglio dire Jonathan Ive – ama giocare con i materiali. Dal policarbonato lucido e candido delle prime versioni di iMac e iBook, passando all’alluminio unibody dei più recenti MacBook, l’azienda di Cupertino ha sempre sbaragliato la concorrenza e lasciato gli utenti a bocca aperta. E non solo: le scelte estetiche di Apple si riflettono sull’intero settore, tanto che la recente riduzione dei costi di produzione dell’alluminio – così come l’analista Ming Ching-Kuo sottolinea – deriva proprio dal trend inaugurato in California. Lo stesso potrebbe succedere anche con i cristalli di zaffiro per i pannelli frontali di smartphone e tablet, sebbene per i competitor la strada sia in salita e piena d’ostacoli.
A differenza dell’alluminio, mediamente facile da modellare anche per la concorrenza, la sfida dello zaffiro è particolarmente dura. Ed Apple si è assicurata una sorta di esclusiva, questa volta non ricorrendo necessariamente a brevetti e lunghi litigi in tribunali, bensì lasciando poco spazio sul mercato affinché anche gli altri possano fare altrettanto. Per quanto resistente e praticamente mai soggetto ai graffi, questo materiale è molto difficile da lavorare. Servono almeno quattro passaggi prima di arrivare al prodotto finale, a cui si aggiungono speciali tecnologie d’altoforno e di limatura che richiedono macchinari unici nel loro genere. Sebbene il know-how all’esterno della Mela non manchi di certo – si pensi all’industria degli orologi di alta gamma, che da decenni impiega proprio lo zaffiro per le sue peculiarità antigraffio – l’applicazione sulle grandi dimensioni come quelle di uno smartphone o di un tablet potrebbero essere inizialmente precluse ai competitor. La partnership con GT Advanced, infatti, è più sufficiente per saturare l’intera industria, tanto che ci vorranno anni – forse un intero lustro – perché possano emergere altre simili realtà produttive. Non è un caso che Canonical, che proprio aveva scelto lo zaffiro per il suo Ubuntu One, qualche mese fa si sia lamentata della saturazione delle risorse disponibili per mano di Cupertino.
Considerato come ogni trend lanciato da Apple diventi in poco tempo una sorta di standard per lo stesso settore – il consorzio aluminium.org sostiene come l’apporto della Mela sia stato determinante per la diffusione del materiale in tutti gli ambiti dell’informatica consumer – non è inverosimile ritenere i competitor pronti a darsi gara pur di far lo stesso. Ma senza gli impianti e senza GT Advanced un simile proposito rimarrà un sogno, almeno nel breve periodo.