Un conto è convertire un libro di testo in un ebook, un altro è costruire un vero libro digitale da zero, con immagini, video, suoni, capace di parlare con il lettore, di solleticare la sua attenzione, di creare un mondo. Fino ad oggi, era facoltà di pochi creativi, ma una startup torinese, Pubcoder, ha voluto espandere questo mercato così come negli anni ’90 hanno fatto i primi pacchetti software di imaging e video editing.
Selezionata tra le startup presenti al Salone del libro di Torino, questa startup ha creato un tool decisamente ambizioso. Basta visitare pubcoder.com per rendersene conto: sono state create feature Apple e Android per consentire la fruibilità del libro digitale sul device ideale per questo tipo di prodotto – il tablet – ma tutti gli strumenti messi a disposizione dell’utente permettono di salvare l’opera nei principali formati. Fino a questo momento sono stati prodotti più di 300 libri, e i 1500 beta-tester stanno mettendo alla prova tutte gli strumenti di editing incredibili di questo strumento. Webnews ne parla con Daniela Calisi, evangelist di Pubcoder.
Quando è nata la startup?
È nata l’anno scorso grazie a Paolo Giovine e Paolo Albert. Quest’ultimo ha maturato una forte esperienza nel settore dei libri digitali, così abbiamo capito che c’era un vuoto da colmare: in questo ambiente pieno di piattaforme di self-publishing, mancava uno strumento di editing per andare oltre il libro elettronico e permettere a tutti di costruirne uno digitale da vendere su iTunes o Google Play o per un e-reader.
La cosa più impressionante di Pubcoder è che sulla carta è fatto da programmatori terribilmente bravi e destinato, almeno teoricamente, a persone altrettanto brave nel maneggiare il codice. Invece il mercato si è mostrato molto più ampio e stratificato…
Proprio così. Ovviamente i libri più belli e interessanti sono quelli prodotti da autori e case editrici che sono interessati al nostro prodotto, ma abbiamo ricevuto feedback da docenti universitari, ad esempio, che lo usano per costruire manuali che visualizzino la materia. Il portfolio è davvero ricco: graphic novel, manuali, cataloghi di moda.
Come fa a non spaventare la lunga serie di features che avete sviluppato? Pubcoder permette praticamente di tutto, persino l’inserimento delle tracce audio con sincronizzazione automatica oppure la lettura con voce sintetica…
Basta leggersi il manuale, evidentemente siamo stati bravi! Ma, scherzi a parte, è vero: è più complicato parlarne che farlo, nonostante sia una versione 1.0 e con molte cose perfezionabili, permette già a chiunque di scrivere e produrre e mettere in commercio un libro digitale anche molto spettacolare.
Utenti ideali?
Gli autori del futuro, quelli che faranno i libri che devono ancora arrivare. E poi i free lance, le agenzie editoriali, le case editrici di grandi, medie e anche piccole dimensioni. Il libro più bello che finora ho visto è però quello di una illustratrice: il suo gusto estetico, il suo modo di considerare l’animazione è stato potenziato da Pubcoder e il fatto che non fosse una nerd non ha influito.
.@pubcoder è uno degli strumenti consigliati da #Apple per creare #ebook. Leggi la news: http://t.co/lywFOONGN8 pic.twitter.com/eVAEyi05Yd
— H-FARM (@hfarmspa) May 2, 2014
Come funziona il business model?
Per ora si scarica l’applicazione, gratuita – poi sarà a pagamento – e si compra la licenza per poter produrre un libro. Si pagano 50 euro al mese per tre mesi, oppure un abbonamento di 500 euro l’anno.
Dunque, si pagano i 50 euro e poi si possono produrre tutti i libri elettronici che si vuole? Ma da soli o con qualcuno?
Si può farne quello che si vuole. È stato pensato per chi magari produce questi libri soltanto in un periodo ristretto, come un free lance. L’abbonamento è indirizzato agli editori, ai produttori. In ogni caso, la licenza consente di invitare altre tre persone al lavoro sullo stesso progetto, senza bisogno di scaricare il tool.
Di fatto state cambiando il mercato: ciò che prima richiedeva una competenza tecnologica altissima viene semplificata. Il processo di produzione viene esternalizzato: non rischia di fare arrabbiare un settore professionale?
Perché mai? Noi mettiamo a disposizione il nostro strumento a chiunque lo voglia usare, agenzie ed editori compresi. In fondo, è un po’ come la tecnologia Flash di qualche anno fa, e ormai gli effetti presenti in questi libri sono paragonabili. Davvero stupefacenti.