I device tecnologici si moltiplicano nelle tasche e nelle case dei consumatori e, con essi, i caricabatterie a disposizione. Un groviglio inestricabile di cavi, alimentato anche dalla scelta di Apple di ricorrere a connettori proprietari anziché alle classiche prese MicroUSB. L’azienda ha però deciso di brevettare un caricatore universale, capace di fornire automaticamente dai 5 ai 20 volt di energia a seconda del dispositivo collegato, quindi allo stesso tempo sia adatto per gli iDevice che per i MacBook. Non è però tutto: nelle intenzioni della mela la disponibilità di uno strumento ad alto voltaggio, per rigenerare l’autonomia in tempi fulminei.
Il brevetto, scovato da Patently Apple, non spiega quali saranno gli usi di questo nuovo caricabatterie e, ovviamente, nemmeno a quali dispositivi sarà associato. È però probabile che venga inaugurato con il lancio del prossimo iPhone 6, previsto entro il prossimo settembre.
A livello tecnologico, la registrazione in questione vede un sistema decisamente complesso di circuiti e verifiche per permettere al caricatore non solo di riconoscere il device appropriato, ma anche di fornire un flusso di volt adeguato a seconda si tratti di una fase di ricarica oppure di stand-by. Semplificando, il caricabatterie può fornire un flusso continuo compreso dai 6 ai 20 volt, a seconda delle richieste del dispositivo collegato. Di conseguenza, sebbene il brevetto non lo specifichi, una simile soluzione potrebbe sposarsi perfettamente sia con iPhone e iPad – entrambi normalmente da 5 volt – ma anche con la linea MacBook, solitamente attestata sui 19 volt.
Il funzionamento, così come già accennato, è ingegnoso e complesso. Collegato il caricabatterie, si stabilisce una connessione a basso voltaggio a scopo comunicativo, affinché il device comprenda i volt da erogare a seconda di diversi elementi, quali il tipo di strumento in uso, l’autonomia residua, il consumo attuale del device e molto altro ancora. Dopo questo primo scambio informativo, viene quindi fornita l’energia richiesta.
Volendo escludere comunque la linea dei portatili a marchio Mela, teoricamente supportata dal voltaggio ma non esplicitamente citata nel brevetto, i vantaggi sono soprattutto a livello di velocità. Fornendo durante la fase di carica un voltaggio superiore rispetto a quello canonico, si stima un abbattimento importante delle tempistiche di ricarica. Fornendo uno strumento che in pochi minuti può ricaricare la batteria di iPhone, ad esempio, si risolverebbe l’annosa questione dell’autonomia dello smartphone, spesso non sufficiente per coprire un’intera giornata. Collegando brevemente il device all’alimentazione, si potrà godere di una carica completa al volo.
Considerato come il brevetto sia decisamente recente – è stato sottoposto all’US Patent & Trademark Office nel Q4 del 2013, vi è una ragionevole possibilità possa effettivamente tradursi in un prodotto reale, a differenza di tante altre registrazioni che Apple ha poi abbandonato. Bisognerà probabilmente attendere il lancio dei nuovi iDevice, tuttavia, per averne conferma.