Dopo mesi di sostanziale silenzio dalle parti di Cupertino, con l’assenza di nuovi prodotti dallo scorso autunno e un no-comment sulle future strategie targate Apple, Wall Street si sarebbe attesa tutto tranne che l’acquisizione di Beats. E analisti e mercati sono tutt’altro che eccitati dalla notizia, perché non sarebbe questa la strada per dimostrare come il gruppo sia solido e pronto di nuovo a innovare.
A riportare i malumori di borsa ci pensa il The Wall Street Journal, testata che ha deciso di intervistare alcune delle teste di serie della finanza a stelle e strisce. E i commenti non depongono affatto a favore di Apple, per una mossa considerata del tutto inutile per il momento storico che la società starebbe vivendo. Così apre le danze Dan Niles, CIO di Alpha Capital Partners:
«Vedere tutto questo denaro speso per una compagnia che trae gran parte dei suoi guadagni dall’hardware, non è quello che ci saremmo attesi.»
Come facile intuire, il primo punto controverso è quello dell’acquisizione a prezzo record – 3 miliardi di dollari – una decisione che non ha precedenti nella storia di Apple. Soprattutto quando la borsa stessa considera il valore di Beats sul mercato di molto inferiore, come sottolinea Patrick Becker Jr di Becker Capital Management:
«Non gradiamo mai vedere una compagnia che spende qualcosa come 3 milioni di dollari per una società che soli pochi mesi fa ne valeva 1 [sulla base della valutazione di qualche mese fa, quando degli investitori hanno comprato parte della compagnia lo scorso settembre]. Ci chiediamo se sia un uso appropriato del denaro degli investitori.»
Non solo denaro, però, ma anche il timore Tim Cook e soci siano stati poco lungimiranti sulle strategie di lungo corso. Il mercato delle cuffie non è affatto entusiasmante – anche perché i dispositivi Beats sono considerati prodotti alla moda e non cult per gli audiofili, quindi troppo soggetti alle fluttuazioni di mercato: cosa succederà quando il pubblico, soprattutto quello giovanile, troverà un’altra azienda da idolatrare? – e nemmeno sullo streaming la Mela rischia di fare il botto grazie a questa collaborazione. Ne è convinto Josh Stewart di Wasatch World Innovators Fund:
«Lo streaming musicale è uno spazio molto più interessante da dominare rispetto alle grandi cuffie, ma l’acquisto di Beats non aiuterà Apple in questo intento.»
Molti dei dubbi sono alimentati anche dallo stesso gruppo di Cupertino, il quale ha svelato l’acquisizione senza però presentare alla stampa un piano programmatico. A che serva davvero Beats – aldilà delle affermazioni trionfalistiche rilasciate da Eddy Cue e Jimmy Iovine sul futuro della musica – nessuno pare averlo capito. Ma almeno su un punto, vi è totale accordo fra gli analisti: Iovine non farà del male all’azienda, anzi la sua presenza si crede sia del tutto ininfluente. Sarà davvero così?