La produzione di vetri in cristallo di zaffiro, probabilmente inclusi nei futuri iPhone 6 e iWatch, avrebbe raggiunto livelli di piena autosufficienza. È quanto comunica l’analista Matt Margolis di Seeking Alpha, il quale spiega come i ritmi presso GT Advanced siano particolarmente serrati e garantiranno la più completa autonomia per Cupertino per tutto il 2014.
Grande curiosità aveva destato la decisione di Apple di aprire, in collaborazione con il leader di settore GT Advanced, degli impianti statunitensi per la produzione di vetri in cristallo di zaffiro. Per molto tempo, tra interventi strutturali e limiti burocratici, gli analisti si sono chiesti se la mela fosse in grado di esaudire i suoi fabbisogni per gli imminenti iPhone 6 e iWatch. A quanto pare, non solo Cupertino riuscirà a coprire l’intera distribuzione, ma sarà in grado anche di accumulare qualche eccedenza: si stimano componenti prodotte oltre ai 200 milioni l’anno.
Stando alle informazioni raccolte da Margolis, negli impianti in Arizona di GT Advanced sarebbero già in azione 2.500 fornaci, in grado di gestire ciascuna oltre 200 chili di materiale. Il tutto, senza che ancora siano completate le intere strutture, pronte ad allargarsi nel corso dell’anno con un impianto pari a già quello oggi in funzione. I vetri in cristallo di zaffiro di iWatch e iPhone 6, inoltre, verranno consegnati alle società designate per l’assemblaggio entro la fine del mese, così che i due dispositivi vengano finalizzati prima della messa in vendita.
Apple ha scommesso molto sul cristallo di zaffiro, un materiale per nulla incline ai graffi, molto resistente e quasi inedito nell’universo dei dispositivi elettronici. Al momento, però, non vi sono precise conferme sugli utilizzi che l’azienda ne vorrà fare: mentre il ricorso per iWatch sembra ormai assodato, date anche le piccole dimensioni del device, più complessa è l’estensione a iPhone 6 da 4,7 e 5,5 pollici, poiché la produzione è più complessa. Il gruppo di Cupertino è comunque determinato in questo obiettivo, così come si apprende anche dai malumori esplicitati da Canonical – privata di eventuali disponibilità per il suo Ubuntu One – e le reazioni accese del rivale Corning con il Gorilla Glass.