Il “lavoro agile”: a casa o in ufficio, a seconda di tempi ed esigenze. Lo chiamano così dalle parti di Vodafone, ma anche smartworking, il piano che prevede per oltre 3.100 dipendenti la possibilità di scegliere con maggiore autonomia spazi e strumenti di lavoro. Si tratta dell’esperienza aziendale smart che coinvolge il maggior numero di dipendenti in Italia. E lo fa, comprensibilmente, una multinazionale delle telecomunicazioni.
Dopo diverse sperimentazioni e progetti pilota – il primo di quali nella più flessibile Inghilterra, casa madre – Vodafone ha deciso di estendere lo smart working a tutti i dipendenti che non hanno un contatto diretto con il cliente, offrendo loro l’opportunità di lavorare in remoto per 2 giorni al mese, compresi tra il martedì e il giovedì. Un piccolo grande passo verso una distribuzione sociale del lavoro che prenda in considerazione le possibilità concesse dall’informatica e dalla Rete, che rendono più agile il lavoro, invece che in ufficio in casa, all’aria aperta, in qualunque altro luogo.
Dei 6.500 dipendenti di Vodafone Italia, infatti, la metà non ha bisogno di entrare in contatto con la clientela, così Elisabetta Caldera, direttore Risorse Umane e Organizzazione di Vodafone Italia, ha lavorato a questo progetto nell’ultimo anno e da oggi è realtà:
Con lo smart working l’organizzazione del lavoro diventa più vicina all’evoluzione del mondo che ci circonda, e ci permette di essere i primi ad usare i servizi dell’azienda stessa. Inoltre si incoraggia una cultura del lavoro più orientata al risultato e meno alla presenza fisica. Così aumenta la produttività e la focalizzazione sui risultati, migliorando anche la qualità della vita e la motivazione dei propri dipendenti.
Più chat meno code
La sperimentazione, che verrà giudicata a regime questo autunno, vede lo smart work già protagonista negli stessi uffici milanesi della società, disegnati secondo questi principi, con spazi di lavoro condivisi e iperconnessi. Ovviamente la differenza sta nella conciliazione famiglia-lavoro, che interessa a quella parte di dipendenti con buona dose di esperienza, capaci di gestirsi e con esigenze che si possono soddisfare evitando di andare tutti i giorni in ufficio per svolgere un compito che si potrebbe svolgere benissimo altrove. Come? Il lavoro agile – che interessa anche al ministro Marianna Madia, che ha da qualche giorno pubblicato gli esiti della consultazione sulla riforma della Pubblica amministrazione nella quale è previsto anche questo aspetto – prevede anche formazione per i dipendenti, per usare la chat, ad esempio, e tutti quegli strumenti alternativi di comunicazione che danno efficienza e non creano code, fisiche e virtuali.
Stando a casa si lavora più è meglio? Secondo Vodafone sì, e metà dei loro dipendenti, volontariamente, potranno sperimentarlo. Alla smart home si aggiunge dunque lo smart work: e per alcuni sarà la stessa cosa. D’altra parte Vodafone non è certo l’unica multinazionale ad aver pianificato questa workplace innovation e i risultati sono piuttosto evidenti: lavoro agile, co-working (noto nell’ambiente startup), cambieranno il volto del lavoro anche in Italia. Prima quello privato di quello pubblico, ma questo è ovvio