Gli assistenti virtuali Google Now e Siri sono ormai diventati parti integranti e imprescindibili dell’esperienza offerta dai dispositivi mobile Android e iOS. Due tecnologie che hanno fatto passi da gigante negli ultimi anni, passando dal limitarsi ad interpretare i comandi vocali al poter interagire con l’utente in modo dinamico, rispondendo a pressoché qualsiasi richiesta. L’analista Gene Munster di Piper Jaffray li ha messi a confronto, sottoponendoli ad un test approfondito basato su 800 domande.
I quesiti sono stati suddivisi in cinque categorie: informazioni locali, commercio, navigazione, informazioni generali e comandi del sistema operativo. Metà della prova è stata condotta indoor, dunque attraverso connessione ad una rete WiFi, mentre l’altra metà tramite network cellulare. Il verdetto premia l’assistente di Mountain View, che si è dimostrato più preciso rispetto a quello della mela morsicata. Il match si è chiuso con un 86% di risposte corrette per la tecnologia di bigG contro un 84% fatto registrare dal concorrente. Una differenza minima, che mette in luce l’affidabilità sempre maggiore dei due sistemi. Si tratta però a tutti gli effetti di un sorpasso, in quanto il test precedente (condotto alla fine dello scorso anno) si era chiuso con un leggero vantaggio per Siri, 83% a 81%.
Altri dati interessanti emersi dal test riguardano il fatto che Siri si è affidato solo il 3% delle volte a Google per trovare la risposta corretta. Una percentuale in netto declino rispetto al 27% del dicembre 2012. La tecnologia di Apple si affida infatti in modo standard a Bing di Microsoft, mentre le indicazioni stradali sono ottenute dall’applicazione Mappe di Cupertino. Ancora, la tecnologia si è dimostrata in grado di rispondere in modo del tutto autonomo al 4% delle domande (senza effettuare ricerche sul Web o in altre app), un passo in avanti rispetto all’1% del dicembre 2013.
Il punto di forza principale per Google Now è rappresentato dalla capacità di fornire indicazioni estremamente accurate per quanto riguarda la navigazione stradale e la ricerca di informazioni relative al territorio locale. Siri invece risulta ancora migliore quando si tratta di interpretare i comandi vocali legati alla riproduzione dei contenuti multimediali (ad esempio “Suona una canzone dei Beatles”), sebbene anche sotto questo aspetto la tecnologia di Mountain View stia migliorando di continuo.
Va detto che il testa a testa non tiene conto di Cortana, integrato da Microsoft nei più recenti dispositivi della linea Windows Phone. L’assistente di Redmond ha già dimostrato di avere buone potenzialità, ma perché possa arrivare a competere con gli altri due protagonisti del settore ad armi pari necessita di una diffusione su larga scala del sistema operativo, che l’azienda e i suoi partner (Nokia) stanno provando ad ottenere con il lancio di dispositivi top di gamma come il nuovo Lumia 930 oppure entry-level, come nel caso del Lumia 530 presentato proprio questa mattina.