La Cina non vuole gli antivirus stranieri

Il governo cinese ha escluso Symantec e Kaspersky dall'elenco dei fornitori di antivirus. Sono ammessi solo i software sviluppati da 5 aziende locali.
La Cina non vuole gli antivirus stranieri
Il governo cinese ha escluso Symantec e Kaspersky dall'elenco dei fornitori di antivirus. Sono ammessi solo i software sviluppati da 5 aziende locali.

Il governo cinese ha escluso Symantec e Kaspersky dall’elenco delle aziende che possono partecipare alle gare d’appalto per la forniture degli antivirus alla pubblica amministrazione. Se la cancellazione dalla lista dell’azienda statunitense sembra abbastanza scontata, a causa le rivelazioni sulle attività di spionaggio compiute dalla NSA, l’esclusione della software house russa appare piuttosto strana, considerati i rapporti tra i due paesi.

La notizia è stata diffusa via Twitter dal quotidiano di stato People’s Daily. La settimana scorsa, il Central Government Procurement Center, l’agenzia che si occupa della stipula dei contratti con i fornitori dei software, ha aggiornato la lista delle aziende che offrono prodotti approvati dal governo. Dall’elenco sono state escluse Symantec e Kaspersky. Gli unici antivirus ammessi sono sviluppati da cinque software house cinesi: Qihoo 360 Technology, Venustech, CAJinchen, Beijing Jiangmin e Rising.

Il ban dei prodotti di sicurezza venduti da Symantec potrebbe essere considerato una rappresaglia nei confronti degli Stati Uniti. A fine maggio, cinque militari cinesi sono stati accusati di cyberspionaggio dall’FBI. Ma la vera motivazione potrebbe essere un’altra. La Cina vuole favorire la diffusione dei software realizzati dalle aziende locali e ciò spiegherebbe perché Kaspersky ha subito lo stesso trattamento della sua rivale statunitense. Anche l’uso di Windows 8 è stato vietato dalle autorità cinese, in quanto Microsoft non garantirebbe il supporto tecnico dopo la fine del ciclo di vita, come già successo con Windows XP.

In base ai recenti avvenimenti, sembra che la Cina abbia avviato una nuova politica di protezionismo, ostacolando il business delle aziende straniere, in particolare statunitensi. A fine luglio, lo State Administration for Industry and Commerce ha accusato Microsoft di aver violato le leggi antitrust. L’autorità cinese ha oggi suggerito all’azienda di Redmond di non ostacolare le indagini in corso.

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